PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

mercoledì 29 giugno 2011

La crisi della liberaldemocrazia

verso le frontiere di una nuova rappresentanza
Alle soglie del nuovo millenio, dopo sessanta anni di relativa tranquillità, un nuovo avvenimento sconvolge la scena politica mondiale ovvero la progressiva crisi dei modelli liberaldemocratici, i quali stanno diventanodo sempre meno rappresentativi del popolo e sempre più dominati dalle lobbies economiche. La recenti questioni relative al signoraggio trattate dal Prof. Auriti hanno portato ormai agli occhi di tutti come le vere detentrici del potere esecutivo siano le banche centrali . I governi eletti, invece, sono sempre più deboli e dipendenti da queste ultime, le quali, sempre più spesso, con la loro invadenza, ne deteminano le politiche. Tutte queste cupe realtà sono state confermate dal eurodeputato Giulietto Chiesa che ha confermato la sostanziale natura europea, e non solo, di tale fenomeno (Trattato di Lisbona).
Contemporaneamente, un’altra isituzione molto potente nel passato, il sindacato, sta perdendo terreno ed in alcuni paesi, ricopre addirittura una importanza marginale. Infatti, come ci rivela il libro “L’altra Casta” di Stefano Liviadotti, i sindacati italiani rappresentano una parte limitatissima dei lavoratori italiani. Quel che è ancora più notevole è che gli stessi lavoratori italiani dichiarano di non fidarsi dei sindacati poichè quest’ultimi tendono a non rappresentare nessun interesse al di fuori dei privilegi dei propri iscritti e delle ambizioni politiche dei propri dirigenti.
Dulcis in fundo, si può notare con facilità, semplicemente accendendo la televisione, quanto alta e grande sia diventata la propaganda ed i pomposi messaggi retorici di questo o quel personaggio illustre oppure, ancora, il messaggio “rassicuratore” di qualche sedicente esperto.
La realtà delle cose è, tuttavia, sempre più difficile da nascondere tanto che anche politologi famosi, come Giorgio Galli, ed audaci giornalisti, come Massimo Fini, hanno dimostrato non solo come e perchè le attuali liberaldemocrazie siano in crisi ma anche il fatto singolare che siano riuscite a realizzare l’esatto contrario di ciò che proponevano.
In questo momento di crisi, la cosa migliore che noi possiamo fare è quella di attivare il cervello e smetterla di credere ciecamente nelle “verità” consolidate: urge aprire la mente e cercare di realizzare qualcosa di nuovo, qualcosa di realmente democratico e rappresentativo dei nostri interessi.
Una nuova forma di rappresentanza, per la verità, esisterebbe e prende il nome di corporativismo: la parola corporativismo non ha nulla a che fare con l’inglese corporate (lobby) ma deriva dal latino corporation (parte del corpo). Nel corso dell’età antica e nel medioevo, tale parola è stata utilizzata per indicare lo stato inteso nel senso di comunità.
Il corporativismo fascista propone un nuovo modello di rappresentanza professionale, all’interno del quale il cittadino viene rappresentato come lavoratore e produttore. L’organo avente questo compito di rappresentanza è la camera delle corporazioni ovvero una camera nella quale tutte le professioni esistenti all’interno della comunità vengono rappresentate.
Le corporazioni sono dei sindacati di categoria, i cui rappresentati sono eletti direttamente dai lavoratori e li rappresentano in una apposita istituzione. Il numero dei rappresentanti è determinato da vari fattori come il numero di lavoratori di quella determinata categoria e la loro importanza in termini di produzione. Le corporazioni godono di una certa autonomia fatta eccezzione per i principi cardine, i quali sono stabiliti dalla legge. Le corporazioni operano seguendo il principio mazzianiano della solidarietà tra le classi e dell’unità del corpor sociale.
Ecco un esempio per chiarire meglio il concetto:Tutti i meccanici d’Italia si riuniscono in una corporazione detta “corporazione dei meccanici”. Tale corporazione si organizza come un sindacato di categoria ed, ogni quattro anni, deve eleggere un certo numero di rappresentanti da mandare alla camera delle corporazioni. Ogni corporazione agisce in questo modo e manda alla camera delle corporazioni il numero dei rappresentanti che gli spetta. Una volta che ogni corporazione ha eletto i propri rappresentanti, la camera delle corporazioni si riunisce e comincia a legiferare: i temi trattati sono svariati come, per esempio, la disciplina del lavoro, i lavori pubblici, i trattati commerciali, le riforme del diritto commerciale, l’istruzione tecnica e professionale e la legislazione riguardo le banche, le industrie e l’esercizio delle professioni. La camera delle corporazioni funziona secondo i principi mazziniani di unità del corpo sociale e non secondo le logiche della lotta di classe.
In questo modo, oltre a scongiurare i pericoli del lobbismo, ogni categoria professionale del paese può esporre i propri problemi, le proprie richieste e le proprie aspettative in parlamento armonizzandole con il resto del paese rappresentato dalle altre corporazioni. In questo modo si cerca di venire incontro alle aspettative di una categoria senza danneggiare il resto delle categorie.
Il corporativismo, dunque, si presenta come una originale soluzione conciliativa di diversi interessi: non si chiede a nessuno di rinunciare alla proprie aspettative ma si chiede ai singoli di armonizzarle con il resto della società ed è questa la linea guida di tutto il corporativismo.
Dvx87 (articolo scritto per la “prima stagione” di Primato Fascista)

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