PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

mercoledì 29 giugno 2011

L'Italia vista dal Censis

Stamane l’Ansa ha reso noto un’analisi del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), un istituto di ricerca socioeconomica fondato nel 1964. L’analisi su Merdalia, davvero impietosa, contenuta nel 44.mo Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2010, merita di essere commentata nei suoi punti salienti. Riportiamo testualmente:

Il Censis registra un “declino parallelo” della legge e del desiderio. E siccome, dicono, non esistono attualmente in Italia sedi di auctoritas che potrebbero ridare forza alla “legge”, la “virtu’ civile” necessaria per riattivare la dinamica di una societa’ troppo appagata e appiattita e’ quella di “tornare a desiderare”. Spiega il Censis che i nostri riferimenti alti e nobili (l’eredita’ risorgimentale, il laico primato dello Stato, la cultura del riformismo) si sono appiattiti, soppiantati dalla delusione.


Che la società sia appiattita, lobotomizzata e direi anche “svirilizzata” è ormai un dato di fatto che nessun rapporto può ignorare. Il Censis individua perfettamente i sintomi dell’organismo malato, le individua nella debolezza della legge (quindi nella inadeguatezza dello Stato italiano) e nella mancanza di “virtù civili”. Si appella a riferimenti storici soppiantati dalla delusione della società. Ma a noi fascisti non bastano i sintomi. Noi indaghiamo più a fondo e vogliamo tracciare le cause che stanno a monte e, soprattutto, le possibili cure. La causa è semplice: oltre sessant’anni di governi democraticamente eletti dal popolo, di destra, centro e sinistra, hanno prodotto una società totalmente insulsa e socialmente disgregata saccheggiando il proprio paese materialmente e moralmente, privandolo di prospettive per il futuro dei cittadini (fatto che riconosce lo stesso Censis). La liberal-democrazia è, dunque, il cancro dell’organismo.

Non riusciamo piu’ a individuare un dispositivo di fondo che disciplini comportamenti, atteggiamenti, valori. Si afferma così una “diffusa e inquietante sregolazione pulsionale”: negli episodi di violenza familiare, nel bullismo, nel gusto apatico di compiere delitti comuni, nella tendenza a facili godimenti sessuali, nella ricerca di un eccesso di stimolazione esterna che supplisca al vuoto interiore, nel ricambio febbrile degli oggetti da acquisire e godere, nella ricerca demenziale di esperienze che sfidano la morte (come il balconing). “Siamo una società pericolosamente segnata dal vuoto, visto che ad un ciclo storico pieno di interessi e di conflitti sociali, si va sostituendo un ciclo segnato dall’annullamento degli interessi e dei conflitti” dice il Censis.


Ed ecco il punto dolente! Il Censis individua la causa nella mancanza di “dispositivo di fondo” che “disciplini comportamenti, atteggiamenti, valori”. Ovviamente, la democrazia indivualista ha causato la disgregazione atomistica del tessuto sociale, ed ora il Censis non può che evidenziare questa mancanza del “dispositivo di fondo” che altro non può essere se non uno Stato Etico, Autorevole e dotato di quella “auctoritas” che il censis individua oggi mancare in Italia, uno Stato che “disciplici comportamenti, atteggiamenti e valori” morali, uno Stato Fascista insomma. E’ solo lo Stato che può ridare una morale al popolo, riunificarlo all’insegna di una ideologia secolare, colmare quel “vuoto interiore” denunciato dal censis, far si che tutti i cittadini si sentano come pientamente parte e inseriti di un organismo collettivo cui contribuiscono ad edificare col proprio lavoro e colla propria mente.

Ogni giorno di più, secondo il centro studi, il desiderio diventa esangue, indebolito dall’appagamento derivante dalla soddisfazione di desideri covati per decenni (dalla casa di proprietà alle vacanze) o indebolito dal primato dell’offerta di oggetti in realtà mai desiderati (con bambini obbligati a godere di giocattoli mai chiesti e adulti al sesto tipo di telefono cellulare). Così, all’inconscio manca oggi la materia prima su cui lavorare, cioè il desiderio. Per vincere il nichilismo dell’indifferenza generalizzata, dunque, per il Censis occorre tornare a desiderare. E attualmente tre sono i processi in cui sono ravvisabili germi di desiderio: la crescita di comportamenti “apolidi” legati al primato della competitività internazionale (gli imprenditori e i giovani che lavorano e studiano all’estero), i nuovi reticoli di rappresentanza nel mondo delle imprese e il lento formarsi di un tessuto federalista, la propensione a fare comunità in luoghi a misura d’uomo (borghi, paesi o piccole città).


Sulla soluzione ci troviamo in aperto contrasto con quanto propugnato dal Censis. Il desiderio non può essere indotto dal materialismo strisciante. Perchè? Perchè l’uomo non è una “macchina”, il suo appagamento spirituale non si può realizzare con un illusorio piacere edonistico derivante dal “benessere sociale”. Noi fascisti respingiamo l’equazione benessere = felicità, ed è ormai palese che le cause di questo “vuoto interiore” e “mancanza di desiderio” siano stati indotti dal materialismo imperante. Bisogna ridare una COSCIENZA all’individuo, elevarlo a membro consapevole di una comunità nazionale, educarlo ad una MISSIONE etica che gli dia speranza per il futuro e desiderio! Desiderio di imprimire, col suo modesto contributo, il sigillo grandioso di una CIVILTA’. La Civiltà di MUSSOLINI unica sola alternativa a questo simulacro di Stato.

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