PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

mercoledì 29 giugno 2011

I tempi sono davvero cambiati?

Una delle più frequenti critiche rivolte al Pensiero Fascista, sia dagli antifascisti dichiarati di sinistra sia dagli antifascisti di fatto di destra (estremismi inclusi) è che il Fascismo, così com'è, non potrebbe mai funzionare perchè i tempi sono cambiati.


Per alcuni è assolutamente improponibile, per altri attuabile solo se riformato alla radice e quindi, snaturato intimamente.

Questa comoda scorciatoia per liquidare in partenza il Fascismo, evidentemente troppo scomodo per chi tiene le redini della politica, dell' economia e della società stessa, è facilmente smentibile; fragilissima, crolla su se stessa con un colpo di vento.

Con un sistema politico risalente alla rivoluzione francese, religioni nate migliaia di anni fa, filosofie di secoli e secoli, l' accusa di "vecchiaia" risulta quanto mai fuori luogo.

"« Questa crisi che ci attanaglia da quattro anni - adesso siamo entrati nel quinto da un mese - è una crisi "nel" sistema o "del" sistema? ».
Domanda grave, domanda alla quale non si poteva rispondere immediatamente. Per rispondere è necessario riflettere, riflettere lungamente e documentarsi.
Oggi rispondo: la crisi è penetrata così profondamente nel sistema che è diventata una crisi del sistema.
Non è più un trauma, è una malattia costituzionale.
Oggi possiamo affermare che il modo di produzione capitalistica è superato e con esso la teoria del liberalismo economico che l'ha illustrato ed apologizzato."

Ancora:

"Si può dire che non c'è settore della vita economica dei paesi di Europa e di America dove queste forze che caratterizzano il capitalismo (trust, cartelli ecc. ndr) non si siano formate.
Ma quale è la conseguenza? La fine della libera concorrenza.
Essendosi ristretti i margini, l'impresa capitalistica trova che piuttosto che lottare è meglio accordarsi, allearsi, fondersi per dividersi i mercati, e ripartirsi i profitti. La stessa legge della domanda e dell'offerta non è più un dogma perché attraverso i cartelli ed i trusts si può agire sulla domanda e sull'offerta; finalmente questa economia capitalistica coalizzata, « trustizzata », si rivolge allo Stato."


Possiamo continuare:
" Giunto a questa fase, il supercapitalismo trae la sua ispirazione e la sua giustificazione da questa utopia: l'utopia dei consumi illimitati. L'ideale del supercapitalismo sarebbe la standardizzazione del genere umano dalla culla alla bara.
Il supercapitalismo vorrebbe che tutti gli uomini nascessero della stessa lunghezza, in modo che si potessero fare delle culle standardizzate; vorrebbe che i bambini desiderassero gli stessi giocattoli, che gli uomini andassero vestiti della stessa divisa, che leggessero tutti lo stesso libro, che fossero tutti degli stessi gusti al cinematografo, che tutti infine desiderassero una cosiddetta macchina utilitaria.
Questo non è un capriccio, ma è nella logica delle cose, perché solo in questo modo il supercapitalismo può fare i suoi piani.
Quando è che l'impresa capitalistica cessa di essere un fatto economico? Quando le sue dimensioni la conducono ad essere un fatto sociale."

Questi tre piccoli spezzoni, di un discorso ben più ampio, non si trovano in nessun quotidiano uscito in edicola stamattina. Furono parole pronunciate da Sua Eminenza in un discorso alla Camera nel 1933.

E' doveroso citare anche la nostra Dottrina:

"Come ogni salda concezione politica, il fascismo è prassi ed è pensiero, azione a cui è immanente una dottrina, e dottrina che, sorgendo da un dato sistema di forze storiche, vi resta inserita e vi opera dal di dentro. Ha quindi una forma correlativa alle contingenze di luogo e di tempo, ma ha insieme un contenuto ideale che la eleva a formula di verità nella storia superiore del pensiero. Non si agisce spiritualmente nel mondo come volontà umana dominatrice di volontà senza un concetto della realtà transeunte e particolare su cui bisogna agire, e della realtà permanente e universale in cui la prima ha il suo essere e la sua vita. "


Rimangono intatti i fini, i mezzi cambiano a seconda delle necessità.
Questa grande elasticità nella prassi, eleva il Fascismo ad unico sistema realmente in grado di soddisfare le esigenze di ogni popolo, in ogni luogo e in ogni tempo.


La sola reale possibilità e speranza è custodita nell' intransigente rispetto della nostra Dottrina e della Mistica, che racchiudono l' essenza più audace e vitale di tutto ciò che è stato il Fascismo.

Che ognuno metta da parte i "nostalgismi", non servono.
Nulla è da rimpiangere,è tutto da ricostruire.

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