PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

sabato 26 novembre 2011

Donne



Ieri, 25 Novembre è stata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La data è stata decisa con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in memoria delle sorelle Mirabal, uccise dal "dittatore" Trujillo, perche' colpevoli di aver preso parte di un gruppo clandestino contro il regime, ed ha origine dal primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia, nell’anno 1980.
A prescindere dal motivo ideoligico celato dietro questa data, vorrei fermarmi sul messaggio che ieri, in tutti i media italiani, ha visto come protagoniste donne sfigurate, sanguinanti, brutalmente picchiate.

sabato 19 novembre 2011

Governo tecnico di soli tecnici

Tutto d'un tratto, questo pseudo-stato italiano (che sarebbe meglio definire "provincia coloniale") è diventato una caldaia, una lavatrice. Anzi, più opportunamente una fossa biologica.
Per farlo funzionare a dovere, occorrono i tecnici.


La propaganda di questi giorni unisce la quasi totalità dell'informazione:
i tecnici ci salveranno.
Viva Monti e il Governo Tecnico.

Senza disquisire sulla composizione di questo nuovo governo, sulla sua origine oligarchica e sui suoi fini antinazionali, argomenti che abbiamo già trattato negli articoli precedenti, analizziamo l'aspetto più, per così dire, tecnico.


Questa esigenza di tecnica (è importante ribadire, tecnica), suggerisce che la via sia una ed una soltanto (l'UE), che il sistema economico sia uno ed uno soltanto (questo, il liberal-capitalismo), che il popolo, non debba avere più alcuna voce in capitolo nella realizzazione dello Stato, perché si procede su binari già costruiti che non ammettono deviazioni, pena il deragliamento. La politica insomma, può solo rallentare o velocizzare un corso obbligato. Non essendo stata la politica in grado di rispettare i tempi della disgregazione del tessuto economico e sociale dei paesi del sud Europa, in soccorso dell'alta borghesia e dell' alta finanza intervengono i tecnici.

giovedì 17 novembre 2011

Sull'antitesi e differenza tra fascismo e nazismo


Polemica col Sig. Coniglio dei "nazisti in libertà"

Che gli articoli di Primato Fascista inizino a destare fastidio e scalpore, soprattutto negli ambienti "areani", è cosa ormai risaputa. Che si stia verificando una vera e propria "corsa ai ripari" da parte di questi squallidi movimenti fintofascisti era alquanto prevedibile. Per la prima volta nella storia dopo il 1945 (eccezion fatta per alcuni nomi come Ruinas, Pini, Pisanò e Pettinato), un gruppo di fascisti autentici mette in discussione i movimenti d'estrema destra, che nell'immaginario collettivo vengono arbitrariamente accostati al fascismo, e li smascherano sconquassando le loro trame più o meno abilmente ordite con la complicità del sistema antifascista vigente! Ormai è diventato impossibile per costoro ignorare l'attività che “IlCovo” quotidianamente svolge anche su queste pagine ed altrove, il vaccino che abbiamo iniettato nel corpo malato si sta inesorabilmente diffondendo e finirà presto o tardi col debellare i parassiti nocivi. In questo caso vogliamo rispondere alle vuote chiacchiere che un tal signor Tarlo Coniglio e la sua relativa conventicola di "nazisti in libertà" vanno facendo, senza alcuna cognizione sul nostro conto e, peggio ancora, riguardo il “Fascismo” e le sue inesistenti affinità col nazismo.

giovedì 10 novembre 2011

Festival dell' ipocrisia, tra caste e crisi e schiavi.

Quando un' affermazione, una presa di posizione e un attacco sono condivisi da tutti, dal proletario al banchiere, dal lavoratore al ladro, dalla vittima all' assassino, è evidente che qualcosa non quadra.
Quest anno, in cui ricorre la 66° rassegna continua dell' ipocrisia, è senza dubbio tra i più densi di esempi a riguardo.


"POLITICI LADRI A CASA"! - Il capro espiatorio del gregge affamato.
Il vero volto dell' antifascismo di stato: i privilegi.
Questione etica e morale, non economica.
La casta, questa presunta entità suprema ad ogni legge umana identificata nei circa mille tra deputati e senatori, è la più colpita da questa tendenza, da questa olimpiade del politicamente corretto.
Con questo termine si vuole far riferimento al sistema di ordinamento sociale in voga in India fino alla sua indipendenza e rappresenta l' entità delle varie suddivisioni (dagli intoccabili ai sacerdoti o dirigenti) con i relativi diritti e doveri. Sistema di caste impenetrabili in cui si passa al livello superiore solo tramite reincarnazione se sussistono alcuni presupposti e meriti spirituali.
Nella politica italiana non è così, per entrare a far parte della "casta" è sufficiente avere buone conoscenze, totale assenza di ideali ed etica, attitudine a svendersi e a tradire per un piatto di lenticchie.

Da appelli alle radio, articoli di giornali e riviste, tribune televisive e lunghi monologhi in prima serata su reti nazionali e non, a gran voce tutti chiedono l' abolizione dei privilegi della "casta" e decantano la loro voglia di una vera democrazia, dichiarando quanto sia fuori luogo ragionare sull' asse destra-sinistra.
Senza mai toccare, vuoi per voluta ignoranza, malafede, deficienza di argomentazioni, il fulcro del problema che ci attanaglia dal '45, anno in cui iniziò questa farsa politichese pregna di populismi elettorali ed interessi particolari.

mercoledì 9 novembre 2011

(Anti)fascisti da stadio.



Croci celtiche e svastiche sventolano nelle curve degli stadi italiani. Ma gli ultras sono davvero fascisti? A quanto dicono i giornali è proprio così, questi gruppi organizzati di tifosi sarebbero fascisti-mafiosi, che controllano un business smisurato e che fanno della violenza il loro biglietto da visita, con lo scopo non più di sostenere la propria squadra, bensì di arricchirsi.

Tutto vero, o quasi. Procediamo con ordine, andando un po’ indietro nel tempo fino ad arrivare agli anni ’70. 
Sono gli anni delle manifestazioni studentesche, anni di disordini, che non mancano di certo all’ interno degli stadi. Sono gli anni in cui la bandiera raffigurante il Che campeggia nelle curve di Milan, Livorno, Torino e in cui i tifosi di Juventus, Inter e Lazio si dicono fieri di appartenere alla destra più estrema. Ma prima di tutto questo, il campo e la squadra del cuore sono la cosa più importante, gli scontri tra tifoserie si devono agli esiti dell' incontro, prima che all’ appartenenza politica. Andando avanti con gli anni il calcio assume sempre più importanza, i soldi iniziarano ad arrivare in abbondanza e alcuni gruppi di tifosi capiscono che c’è la possibilità di farsi un bel gruzzoletto. 

Così cominciarono a smerciare prodotti in modo irregolare. Fin qui può andare ancora bene, magliette e felpe non fanno male a nessuno, solo un piccolo e ulteriore mercato nero che difficilmente può destare scandalo nella corruttela generale di questa "repubblica". 
Ma poi iniziarono a infiltrarsi nelle curve veri e propri criminali che col calcio non hanno nulla a che vedere e che portarono con sè tutte le regole della malavita. Così, se prima in curva girava qualche spinello, ora è la cocaina a farla da padrona. Se prima gli ultras di squadre rivali non si potevano vedere, ora stringono accordi ‘commerciali’ e si coalizzano, proprio come dei clan. Se prima i tifosi che condividevano la passione per la stessa squadra erano prima di tutto compagni uniti, ora è la diffidenza a regnare e la fiducia reciproca è rara come la neve d’ estate. 
Esemplare è la vicenda di Walter Settembrini, appartenente al gruppo di tifosi rossoneri dei Commandos Tigres, massacrato di botte da membri del gruppo Ultras Guerrieri, appartenente anch’ esso alla curva sud, perchè accusato di essere un confidente della digos.

sabato 5 novembre 2011

IL PESTAGGIO COME STRATEGIA POLITICA PER GARANTIRE LA PARTITOCRAZIA!

A Roma il Sistema si perpetua con la solita pantomima criminale tra destra e sinistra.
La strategia elettorale della repubblica bananara in tempi di crisi per continuare a tiranneggiare sul popolo bove...

E' la notte tra il 2 ed il 3 novembre 2011, e siamo in un quartiere popoloso di Roma, il Quartiere "Montesacro", che è "l'espansione" dello storico e Littorio quartiere "Città Giardino". Un gioiello dell'urbanistica.

Alcuni militanti del PD, secondo quanto riportato dagli stessi, senza smentita di alcuno, stanno attaccando dei manifesti che riguardano uno stabile appartenuto alla mafia e sito in una via del quartiere già nominato. All'improvviso vengono raggiunti da una dozzina di persone con volti coperti, armati di spranghe e bastoni. Questo gruppo si avventa sugli attacchini al grido di "uccidete i comunisti". Questi sono i fatti, riportati ufficialmente dagli aggrediti. Gli aggrediti, però, specificano che questo pestaggio è operato da militanti di Casa Pound alias "Cassa e Padella" . Il principale aggredito, Marchionne ( nome singolare, vero?), capogruppo del PD del Quartiere, identifica addirittura il nome del "Capo Squadra" degli aggressori. Tale Alberto Palladini di CP ( link ).

Ebbene, a questa versione, segue un comunicato di CP che ovviamente nega ogni addebito, e che rigira l'accusa ai militanti del PD, citando un episodio criminale avvenuto contro il Palladini stesso, vittima, a loro dire, di un attentato operato da estremisti di sinistra ( link ). CP, quindi, addebita la "diffamazione" attuale alla attività solidaristica che la stessa svolge e che per questo susciterebbe le "invidie" dei dirimpettai.

giovedì 3 novembre 2011

La nostra intransigenza!

"Trasmetterete ai figli e ai nipoti la verità della nostra idea, quella verità che è stata falsata, sviata, camuffata da troppi cattivi, da troppi malvagi, da troppi venduti e anche da qualche piccola aliquota di illusi". Benito Mussolini¹

Perché l’intransigenza ideologica?

Chi ci conosce e segue da tempo ormai ha cominciato a familiarizzare col nostro linguaggio aspro ma sincero e con la nostra linea di condotta politica cristallina che ci distinguono, unici e perciò stesso rivoluzionari rispetto al becero conformismo di marca destrorsa e missina che serpeggia negli ambienti della cosiddetta area radical-destrorsa fintofascista. La parola d'ordine di noi fascisti, di noi pochi autentici e sinceri e perciò tanto più degni di questo nome, oggi si può e si deve riassumere in due semplici parole: intransigenza dottrinaria! E’ una scelta politica e ideologica che ha causato le ire e gli attacchi da parte di parecchi “detrattori”. Ci ha portato numerosi nemici ma anche una sensibile crescita di consenso da parte di chi, disgustato dall’inconsistenza politica morale e materiale dell'area fintofascista, non riconoscendosi più in essa, ha aderito alla nostra scelta come unica e sola alternativa credibile al nulla che ci circonda. L’intransigenza dottrinaria rappresenta il nostro vessillo, la necessaria linea di pensiero e d’azione per depurare il Fascismo dalle contaminazioni dei troppi impostori svendutisi al sistema che pensavano di cambiare le carte in tavola e di infangare la nostra Dottrina con la prassi politica dei gruppi d’estrema destra e dei giochetti elettoralistici della partitocrazia antifascista a noi estranei.

«Noi siamo i portatori di un nuovo tipo di civiltà» – Benito Mussolini

Art. 21. Costituzione Italiana:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure (...).