PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

giovedì 8 marzo 2012

Stato etico


Da questo concetto dello Stato deriva la sua immanente eticità. Della quale vuole spogliarlo chi ? Chi ha interesse a osteggiarlo: l'opposizione che ne fa bersaglio ai suoi colpi, comincia naturalmente dal farne una res, scevra di valore, immeritevole perciò di qualsiasi rispetto. Ma chi nega l'eticità dello Stato, s'affretta ad apprestargli con la sinistra quel che gli ha strappato con la destra. Perché lo Stato di cui si disconosce il valore etico è.... quello degli altri. Al quale giova sostituirne un altro che, ben inteso e ben trattato, potrà esser sì rivestito del valore che la concezione morale e conferirgli facendone uno strumento delle sue finalità superiori. Senza avvertire che una cosa (strumento) non potrà mai acquisire alcun valore; e che perciò, su questa via, non c' è altra possibile via d'uscita che la teocrazia. La quale foggia o postula uno Stato, che coincidendo con la stessa divina volontà ricade nel concetto del contestato Stato etico.
Ma se la teocrazia non è parola vuota, non c' è ragione di adombrarsene. Perché nessun dubbio che il volere dello Stato è un volere divino, sia che s' intenda nella immediatezza della sua autorità, sia che più pienamente si assuma come l'attualità concreta del volere. C' è sempre Dio: il Dio del vecchio e del nuovo Testamento.
La ribellione morale che provoca lo Stato etico è la riconferma della sua eticità. Perché una forza amorale non potrebbe mai dar luogo ad apprezzamento etico. La ribellione nasce ogni volta che dello Stato si senta la forza, e non si riconosca il valore (positivo). Ma in questo caso gli si attribuisce bensì un valore, ancorché negativo; come al peccatore che si vuol ravveduto, pentito, redento; e si considera perciò capace di ciò.
La prova flagrante dell'eticità dello Stato è nella coscienza dell'uomo di Stato.
I luoghi comuni delle divergenze tra morale e politica rientrano nella casistica della dottrina morale.

(Giovanni Gentile, “Genesi e struttura della società”, Firenze, 2002, Le Lettere, pp. 67 – 68)

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