E’ di pochissimi mesi fa la notizia delle proteste degli operai a causa di una serie di licenziamenti operati dalla FIAT, in violazione dei patti contrattuali. Per l’occasione il delegato Marchionne aveva tra l’altro dichiarato:
“Non siamo più negli anni ’60. Occorre abbandonare il modello di pensiero che vede una lotta fra capitale e lavoro e fra padroni e operai”
Invito vano! Finchè esisterà un modello politico-economico come quello italiano, capitalista e plutocratico, esisteranno quei vigliacchi borghesi sfruttatori a cui anche i governi sono assoggettati. E quindi esisteranno le ingiustizie sociali, il dualismo tra capitale e lavoro che solo uno Stato Corporativo può ricondurre – come ha fatto – alla sua unità sociale.
E scrisse Mussolini, nel 1937, circa la FIAT:
“Non siamo più negli anni ’60. Occorre abbandonare il modello di pensiero che vede una lotta fra capitale e lavoro e fra padroni e operai”
Invito vano! Finchè esisterà un modello politico-economico come quello italiano, capitalista e plutocratico, esisteranno quei vigliacchi borghesi sfruttatori a cui anche i governi sono assoggettati. E quindi esisteranno le ingiustizie sociali, il dualismo tra capitale e lavoro che solo uno Stato Corporativo può ricondurre – come ha fatto – alla sua unità sociale.
E scrisse Mussolini, nel 1937, circa la FIAT:
“Comunichi al senatore Agnelli che nei nuovi stabilimenti Fiat devono esserci comodi e decorosi refettori per gli operai. Gli dica che l’operaio che mangia in fretta e furia vicino alla macchina, non è di questo tempo fascista. Aggiunga che l’uomo non è una macchina adibita ad un’altra macchina“.
Benito Mussolini in un telegramma al prefetto di Torino, 16 luglio 1937.
Benito Mussolini in un telegramma al prefetto di Torino, 16 luglio 1937.
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