Cosa che salta all’occhio del lettore di questo editoriale rivoluzionario è senz’altro la parola che è più presente in queste pagine: ossia “Fascismo”. Ma che significato ha questa parola? Cos’è stato, in breve, questo fenomeno italiano? Senza dilungarmi in inutili discorsi che potrebbero disorientare il lettore, riporto le parole facilmente comprensibili e sintetiche dello storico israelita Zeev Sternhell, tra i massimi esperti al mondo del Fascismo .
“Terza via tra liberalismo e socialismo marxista, il fascismo propone una soluzione alternativa ai problemi posti dalla rivoluzione tecnologica e da quella intellettuale.
Il fascismo è stato una forza di rottura, dotato di un proprio autonomo corpus ideologico.
Il fascismo non può essere in alcun caso identificato con il nazismo, in quanto il determinismo razziale non è una delle sue caratteristiche primarie.
La nascita del fascismo rappresenta il risultato diretto di una revisione antimaterialistica e antirazionalista del marxismo. Incarna emblematicamente il rifiuto estremo della cultura dominante all’inizio del secolo.
L’ideologia fascista è il prodotto di una sintesi del nazionalismo organico e della revisione antimaterialistica del marxismo. Essa si fa portatrice di un messaggio rivoluzionario fondato sul rifiuto dell’individualismo. Mette in campo una cultura politica comunitaria, antindividualistica e antirazionalistica, a favore di una comunità umana in cui siano perfettamente integrati tutti gli strati e tutte le classi sociali. Il fascismo pretende di cancellare gli effetti più disastrosi della modernizzazione, rimediando alla frammentazione e atomizzazione della società. Nè reazionario nè controrivoluzionario, il fascismo si presenta come una rivoluzione di tipo nuovo: una rivoluzione che dichiara di sfruttare al meglio il capitalismo, lo sviluppo della tecnologia moderna e il progresso industriale. La rivoluzione fascista ha come obiettivo un mutamento radicale dei rapporti intercorrenti fra l’individuo e la collettività senza che ciò implichi la rottura del motore stesso dell’attività economica, quindi preservando le leggi del mercato.
Se però il fascismo si propone di conservare tutti i vantaggi della modernità e i successi tecnologici del capitalismo senza mai mettere in discussione le leggi del mercato o la proprietà privata, non per questo esso cessa di considerare aberranti i valori borghesi: liberalismo, democrazia, universalismo, individualismo.
Il sistema di pensiero fascista si fonda non soltanto sulla negazione della prassi liberale e democratica, ma anche sul ripudio dei suoi principi filosofici
Il pensiero fascista costituisce, di fatto, un rifiuto del materialismo, un antimaterialismo che traccia una terza via rivoluzionaria tra liberalismo e democrazia, che però prende dal liberalismo il rispetto per la potenza e la vitalità dei meccanismi dell’economia di mercato e, dal marxismo, la convinzione che la violenza sia il motore della storia [...]“
(da “Nascita dell’Ideologia Fascista”, di Zeev Sternhell edito da Baldini Castoldi Dalai editore)
Nulla di più chiaro e conciso è ad oggi rinvenibile nel grande panorama bibliografico sull’argomento.
Il Littore – Per Primato Fascista
mercoledì 29 giugno 2011
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