Ieri il tribunale militare di Verona ha condannato all'ergastolo nove ex militari tedeschi, tutti novantenni, per gli eccidi avvenuti nel 1944 lungo l'Appennino tosco-emiliano. La notizia riportata dall'ANSA si commenta da se. A settant'anni di distanza si mette il dito nella piaga e si infierisce rimembrando gli eccidi del passato, condannando gli ultimi superstiti di una guerra che non ha risparmiato crimini, violenza e crudeltà da nessuna parte. La repubblica antifascista dimostra ancora una volta di vivere nel passato, nel rancore, di non saper uscire da quel vicolo cieco da cui è nata. Fiorita da una guerra civile sanguinosa, e vittoriosa grazie alle armi dei padroni a stelle e strisce, questa repubblica da operetta emette i suoi ultimi rantoli di vendetta contro un passato prossimo alla tomba. Si tratta della stessa repubblica che ha assolto e messo in salvo i peggiori criminali della "resistenza" e della volante rossa, gli epigoni del triangolo della morte, pusillanimi che non hanno mai avuto il coraggio di vendicare e denunciare i crimini commessi dagli anglo-americani in Italia, dal maresciallo Tito nella Venezia Giulia, le violenze e i maltrattamenti subiti dai nostri prigionieri di guerra nei campi di concentramento nemici. E dopo settant'anni si condannano dei criminali nazisti a che pro? Per quale scopo? Perché continuare a fomentare odio e vendetta?
E' chiaro che questo stato, frutto dell'odio, non può che generare altro odio. "Il sangue chiama sangue" diceva Pisanò, ma stiano attenti i merdaliani, un giorno potranno essere essi stessi travolti dall'odio che hanno sapientemente fomentato.
giovedì 7 luglio 2011
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