PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

martedì 7 febbraio 2012

L'antifascismo del Covo: Fascismo e Covismo agli antipodi!

Togliamo la maschera a questa associazione antifascista che illegittimamente e senza alcuna qualifica sostiene di rappresentare il "vero fascismo", ossia quello inventato di sana pianta dalle menti pseudofasciste di Marcus e RomaInvicta. Il covismo è l'antitesi più netta del Fascismo Mussoliniano e Gentiliano. 


Questo è un articolo difficile, molto difficile da scrivere. E' brutto "sputare nel piatto" dove prima si è mangiati e rispondere alle accuse di vecchi amici e vecchi compagni di battaglia. Ma come Benito Mussolini nel 1914 ebbe il coraggio di affrontare l'arroganza dei suoi ex compagni socialisti che si riempivano la bocca con parole come "rivoluzione", così il sottoscritto ha il coraggio e la coscienza morale di affrontare a testa alta gli amici di ieri diventati i reazionari di oggi. Chi vi scrive ha speso circa quattro anni della sua vita appresso quella grande montatura chiamata "ilCovo", ossia un cenacolo guidato da due "ducetti" che senza dignità alcuna si spacciano per "veri fascisti" andando contro l'area. Peccato che, così come quest'ultima, anche loro relativizzano la Dottrina Fascista assumendone solo alcuni aspetti, peraltro parziali. Utilizzano, inoltre, fonti storiografiche contraffatte perché relativizzate e parcellizzate pur di avallare le loro assurde visioni. Quando i nodi sono venuti al pettine, quando il loro antifascismo è diventato palese ed ha determinato l'allontanamento di due valenti cittadini fascisti (Dvx87 e UrbeAeterna), ho preso finalmente il coraggio di oppormi alla loro arroganza, alla loro presunzione, alla loro megalomania commista ad una buona dose di falsità e menzogne. Cercherò di essere sintetico malgrado le cose da raccontare sarebbero molte, troppi rospi sono stati ingoiati durante questi anni e si è taciuto per amor del Fascismo, quel grande Ideale di cui ilCovo si riempe la bocca svuotandolo del suo vero contenuto, così come i loro uguali/opposti fintofascisti areani.

Cercherò di suddividere l'articolo in punti e per ogni punto affrontare un particolare tema che dimostra le divergenze sostanziali tra la Dottrina e la prassi del Fascismo e la dottrina e la prassi del covismo.

1. Lo Stato Etico Corporativo aderente alla realtà e alla vita


Come i Teorici Fascisti hanno dichiarato, SEMPRE, dal primo suo esponente ossia Benito Mussolini all'ultimo dei suoi gregari il Fascismo aderisce alla realtà e alla vita. Questo significa che il Fascismo ha un Principio Morale e Assoluto che è lo Stato Totalitario, il quale poi integra nella sua Etica Normativa quelle superiori conquiste che lo Spirito compie nel corso dei secoli. Questo è bene specificato nella DOTTRINA FASCISTA, tanto citata e tanto sconosciuta ai "covisti":



La Dottrina Fascista e la realtà.

"Il Fascismo Italiano, pena la morte, o peggio, il suicidio, deve darsi un ' corpo di dottrina. Non saranno, non devono essere delle camicie di Nesso che ci vincolino per l'eternità - poiché il domani è misterioso e impensato - ma devono costituire una norma orientatrice della nostra quotidiana attività politica e individuale". Mussolini, Lettera a Michele Bianchi 27 Agosto 1921.

La dottrina Fascista, poiché tende ad offrire l'essenza di una civiltà nuova, non può essere espressa soltanto attraverso una serie di astratte affermazioni programmatiche. Oltre che da un complesso di ragioni ideali, una civiltà sorge infatti dalla vita e dall'esperienza;si svolge e s’innalza con la lentezza grandiosa dei fenomeni cosmici; talvolta, accrescendosi nella mole, modifica contemporaneamente il suo profilo, e, sebbene sia portata ad utilizzare tutti i materiali che concorrono alla sua costituzione, da alcuni trae esclusivamente la forma esteriore, mentre su altri fonda la propria struttura sostanziale. La realtà della storia, che si crea giorno per giorno e si stratifica inesorabilmente senza nulla consumare, non ha mai l’andamento matematico di un sillogisma; ma scorre come un fiume tumultuoso, volgendo le acque, trascinando verso l'oceano quanto entra nel suo flusso. Una dottrina, destinata a sospingere un corso così denso di energie e di avvenimenti, pur conservando sempre una funzione animatrice, non può non accogliere quanto la realtà stessa le offre gradatamente e non può non fare di tale offerta un elemento vivo del suo sviluppo, non per raggiungere ad un temperamento, ma per effettuare una progressiva integrazione di valori.

Pensiero e vita.

"La nostra dottrina prima di essere consegnata in ponderosi volumi è stata vissuta come passione ardente ed operante di tutto il popolo italiano e per questa dottrina sono morti migliaia di fascisti". Mussolini, al popolo di Reggio Emilia 30 ottobre 1926

Proprio questa integrazione, alla quale concorrono contingenze di eventi,incontri di uomini e di cose,vicende di eroi e di folle,tendenze ideali e condizioni reali, determina l'effettivo risultato della dottrina cioè il clima della sua civiltà, nel quale le idee, s'illuminano nel tempo di una luce viva assumendo un concreto valore. Le idee in sé, cioè prive di riferimento con i fatti, non hanno alcuna consistenza; sono semplici geroglifici, oppure fantasie razionali; intanto esse pesano ed incidono in quanto divengono, pur con transazioni temporanee e con parziali modifiche, i segni rappresentativi di una esistenza appassionata ed urgente. Che cosa importa che in una società tutti sostengano razionalmente l'infamia dell'omicidio o del furto, se poi tutti al tempo stesso uccidono o rubano? Quella condanna non è che una forma vana, una dizione oziosa, un immagine inutile. Occorre che la formula si accompagni alla vita; anzi ché essa scaturisca spontaneamente dalla vita come una sua voce, oppure pieghi energicamente la vita a se stessa, senza però spezzarla nella sua necessità e nel suo equilibrio. Dal bisogno di conservare la vita, pur nella sua inesauribile e insoddisfatta perfettibilità, nasce l'esigenza dell'integrazione. Così ad esempio, quando si determina l'ineluttabilità della guerra, l'idea dell'uccisione si integra con altre esigenze espresse dall'esperienza concreta e soggiace per una parte a valori nuovi, quali sono la supremazia della Patria, lo sprezzo del pericolo, l'istinto di difesa, il senso dell'onore. Si giunge in tal modo all'idea umana e vera della guerra. Se l'integrazione non avvenisse risulterebbe deformata la vita stessa, la quale rimarrebbe intralciata nel suo moto necessario e fatale dalla prigionia imposta da un’idea astratta. La civiltà è invece continuo movimento, ricchezza di vita, molteplicità di esperienze, esplicazione dei sentimenti; ed alle sue esigenze, pur senza lasciarsene mai travolgere incontrollatamente, deve rendersi sensibile una dottrina quando intenda esercitare nella storia una funzione creatrice.

L'evoluzione ideale.

“Ogni dottrina tende a indirizzare l'attività degli uomini verso un determinato obiettivo; ma l'attività degli uomini reagisce sulla dottrina, la trasforma, la adatta alle nuove necessità o la supera. La dottrina quindi, deve essere essa stessa non un'esercitazione di parole, ma un atto di vita”. Mussolini, la Dottrina del Fascismo, giugno 1932

Al di sopra di ogni contingenza e di ogni opportunismo, queste considerazioni spiegano perché la dottrina fascista, pur fondandosi su alcune premesse inderogabili fissate lapidariamente dal Duce, abbia sempre rifuggito da una catalogazione definitiva, valevole per tutti i problemi e non più suscettibile di svolgimento. Il Fascismo in tanto è una Rivoluzione intimamente rinnovatrice, che si tramanderà in maniera sempre più viva di generazione in generazione, in quanto è motore di civiltà, in quanto tende a determinare un clima spirituale, sociale e politico nel quale alcuni valori essenziali fruttificano come una semente ed alcune idee fondamentali divengono fermento di azione. Se gli avvenimenti assolutamente lo impongono, non importa che queste idee nel processo di realizzazione si evolvano; importa che esse non rimangano come enunciati formali o come schemi avulsi dalla realtà e che invece questa realtà improntino nelle sue linee essenziali, pur accordandosi con essa. Importa che le idee, tradotte in materia viva di esistenza, siano per un radicato costume l'impegno più sacro degli uomini e la loro legge quotidiana.

Estratto da “Venti anni” ,volume primo, Roma, 1941, a cura dell'ufficio stampa del P.N.F. pp. 7 - 32

Come si evince dunque dalla DOTTRINA FASCISTA, e non dalle patetiche fandonie di Marcus e RomaInvicta, il Fascismo dispone di alcuni VALORI ESSENZIALI (in primis la concezione totalitaria e formatrice dello Stato) che però possono, anzi devono, ARMONIZZARSI con la realtà che è un continuo fluire e divenire. Ciò porta ad una integrazione di valori per far si che la Dottrina non rimanga un enunciato formale o uno "schema avulso dalla realtà", bensì si cali in essa e agisca in essa prendendo ciò che di positivo può essere preso. I Fascisti hanno sottolineato questo concetto sempre, anche nella Dottrina edita nel 1932:

Il Fascismo dalle macerie delle dottrine liberali, socialistiche, democratiche, trae quegli elementi che hanno ancora un valore di vita. Mantiene quelli che si potrebbero dire i fatti acquisiti della storia, respinge tutto il resto (...) Che una nuova Dottrina possa utilizzare gli elementi ancora vitali di altre dottrine è perfettamente logico. Nessuna Dottrina nacque tutta nuova, lucente, mai vista. Nessuna Dottrina può vantare una «originalità» assoluta. Essa è legata, non fosse che storicamente, alle altre dottrine che furono, alle altre dottrine che saranno. Ogni Dottrina tende a indirizzare l’attività degli uomini verso un determinato obiettivo; ma l’attività degli uomini reagisce sulla Dottrina, la trasforma, l’adatta alle nuove necessità o la supera. La Dottrina, quindi dev’essere essa stessa non un’esercitazione di parole, ma un atto di vita. In ciò le venature pragmatistiche del Fascismo, la sua volontà di potenza, il suo volere essere, la sua posizione di fronte al fatto «violenza» e al suo valore.
(Benito Mussolini, La dottrina del Fascismo, Roma, 1933, Enciclopedia Italiana, vol. XIV pp. 847 - 851)

Allo stesso modo si può e si deve prendere ciò che di positivo è stato conquistato dal dopoguerra ad oggi nel campo sociale, etico e morale, svincolarlo dal contesto materialistico imperante e fruttificarlo in perfetta armonia con la Dottrina Spirituale Fascista. Questo significa rendere viva la Dottrina e metterla nel terreno della storia, nel solco di una evoluzione in perfetta armonia con le sue Idee Fondamentali, che di certo non si è fermata nel 1945. Piaccia o meno da allora la storia è continuata, nuove conquiste hanno tracciato il Pensiero dello Spirito e rinnegarle o fingere che non esistano come fanno i covisti è sintomo di miopia intellettuale. Per il covismo, infatti, nulla vi è da aggiungere ai valori morali del Fascismo nato pur sempre nel contesto di una società novecentesca e quindi rispondente ai valori di quella data comunità storica. Per loro la storia si è fermata nel 1945 e parlando di "modernità alternativa" intendono semplicemente un ritorno a valori tipici del tradizionalismo. La "modernità alternativa" di cui parlano è un paravento dietro il quale si nascondono le idee più retrive e reazionarie in perfetta coerenza con quelle evoliane. La vera Modernità Alternativa Fascista è quella che sa acquisire i progressi della storia e li sa conciliare con la sua Dottrina Spirituale. Questo è il dinamismo fascista, questo è il sano pragmatismo e la giusta Evoluzione Ideale di qualcosa che non vuole rimanere semplice formulazione astratta. D'altronde ogni dottrina, tutte le dottrine, hanno saputo conciliare i progressi della storia pur di non sparire. Così è stato il capitalismo (se fosse rimasto alle teorizzazioni di Schumpeter e Keynes probabilmente il capitalismo sarebbe sparito dalla storia, invece teorici come Stiglitz e Arrighi ne hanno modellato la fisionomia conciliandolo con i processi di globalizzazione), così è stato il comunismo (i teorici marxisti che hanno armonizzato la dottrina di Marx con le nuove sfide della storia si contano a bizzeffe), così ora è il Fascismo che per bocca dei suoi fondatori è stato concepito come una Dottrina in grado conciliarsi con la realtà. Come il Fascismo ha saputo, in passato, trarre dalle macerie delle dottrine socialiste, liberali e dai progressi della rivoluzione francese quelli che furono i dati acquisiti dalla storia di allora, così oggi il Fascismo deve saper trarre dalle macerie del materialismo quelle spinte vitali che sono entrati nell'animo dei popoli.

2. Il Fascismo è binomio di "Pensiero e Azione", non solo azione... non solo pensiero! 

Una delle caratteristiche del covismo è che nella sua speculare critica al fintofascismo quale ideatore di una prassi tesa esclusivamente all'azione (critica assolutamente ineccepibile), abbia di contro formulato una "prassi" tesa esclusivamente al pensiero. Sembrerà un paradosso, ma è così. Si è criticato un estremismo per opporre un altro estremismo. Né covisti né areani hanno saputo richiamarsi alla Dottrina Fascista che è insieme Pensiero e Azione. I due momenti non possono, per nessuna ragione, essere distaccati. Quello commesso dai covisti in proposito è un errore ancora più miope del precedente ed ha generato enormi confusioni. L'idea di base del Covo è quella di formare le coscienze degli individui (assolutamente ineccepibile) ma per farlo bisogna tradurre il Pensiero in Azione. Ossia bisogna organizzare convegni, presentazioni di libri, adunate e corsi di formazione, pubblicizzazione capillare del forum (sia in altri siti web che tramite manifesti propagandistici da affissare nei muri) etc. nulla di tutto ciò è stato mai organizzato dal Covo se non per mano mia. Il pensiero è rimasto pensiero e si è trincerato dietro un database virtuale di dati, spacciando questo per "militanza culturale". Limitarsi a fare login/logout su un forum non è militanza culturale è inerzia politica. La militanza culturale è quella che fanno diverse altre associazioni (non di stampo fascista, pseudofascista o comunque politico) che sanno organizzare dibattiti e corsi di formazione dal vivo. La Dottrina Fascista è in antitesi con questa concezione covista, come si può leggere dalle stesse parole di Giovanni Gentile: intellettualismo è divorzio del pensiero dall'azione, della scienza dalla vita, del cervello dal cuore, della teoria dalla pratica: è l'atteggiamento del retore e dello scettico, del mezzo uomo che si trincera dietro la massima che altro è il dire altro il fare; dell'utopista costruttore di sistemi, che non dovranno affrontare il cimento della realtà; del poeta, dello scienziato, del filosofo, che si chiudono nella fantasia e nell'intelligenza e non hanno occhi per guardarsi intorno e vedere la terra su cui camminano e in cui hanno pure gl'interessi fondamentali di quella loro umanità, che alimenta la loro fantasia e la loro intelligenza; di tutti i rappresentanti di quella vecchia Italia, che fu il bersaglio della rovente predicazione mazziniana.

Quando il signor Marcus, con una faccia tosta, si permette di scrivere sul sottoscritto che... la colpa di aver affidato incarichi di responsabilità ad AquilaLatina in seno al nostro gruppo, anche quando in più di una occasione aveva già mostrato segni di immaturità a causa della sua personalità egocentrica ed irresponsabile, causando danni al buon nome della nostra associazione (…)bene farebbe a non dimenticare che persino il “suo” blog se ha suscitato in passato consensi lo ha fatto solo in virtù del fatto di essere stato un appendice dell'associazione... Dovrebbe solo vergognarsi per la sua ingratitudine. Non solo per tutto ciò che ho sempre fatto al posto suo in quanto da bravo "ducetto" ha sempre preferito delegare in altrui mani le proprie mansioni, anche quando mi ha chiesto di scrivere il terzo capitolo de "L'Estrema Destra contro il Fascismo" di cui non ho ricevuto nessuna "riconoscenza" come autore in quanto il signore in questione ha preferito inventarsi la scusa che "lulu.com non accetta più di due autori", ma anche perché se oggi il Covo è quello che è lo si deve quasi esclusivamente a me. Io, in perfetta coerenza con la Dottrina Fascista, ho concretizzato il Pensiero in Azione. Come? Ecco i meriti non riconosciuti di AquilaLatina: ho avuto l'idea, e l'ho attuata insieme all'ex cittadino fascista Simone, di realizzare dei video su youtube per l'associazione (questo è il topic che lo conferma, loro in due anni d'attività erano chiusi nel loro "covo"); mi sono occupato da solo di concordare con una ditta la realizzazione della lapide in memoria di Sergio Barbadoro; ho realizzato i manifesti propagandistici del Covo, non si era mai vista un'associazione culturale senza manifesti; ho organizzato e attuato la prima Presentazione del Libro che in 6 anni di attività il Covo non è mai riuscito a realizzare; ho svolto una intensa attività di propaganda al di fuori del Covo nonostante la loro preconcetta opposizione, propaganda che ha portato all'Associazione molti iscritti e collaboratori valenti del calibro di Adriano e Safra; ho propagandato il Covo su facebook e sul presente blog e, nonostante le difficoltà, i due "ducetti" hanno sempre preferito non "sporcarsi le mani" e non collaborare attivamente restando dietro le quinte a diramare ordini; mie sono state, inoltre, moltissime altre idee che hanno contribuito alla crescita dell'Associazione. Crescita alquanto relativa perché ogni mia iniziativa è stata sempre inizialmente osteggiata e criticata da loro, ho dovuto muovermi in mezzo immense difficoltà ed il loro atteggiamento settario ed esclusivista ha sempre rischiato di precludere ogni mia impresa. Che ora Marcolino si penta di avermi "affidato degli incarichi" è irrilevante, sono io quello che mi pento di aver perso tempo ed energie per supportare individui di tale calibro. Potevo utilizzare queste energie per dar vita ad una Associazione autenticamente fascista, invece mi sono lasciato ammaliare dal covismo che ora appare ai miei occhi come privo di prospettive future. 
Questa negazione dell'azione al pensiero, speculare alla negazione del pensiero all'azione tipica degli areani, fa si che il covismo si distingua come ideologia razionalistica e intellettualistica. Ciò è in perfetta antitesi con lo Spirito Fascista che rifugge da questi schemi. Un tipico esempio è l'uso del termine "cittadino fascista" imposto ai membri dell'associazione. A differenza del termine "camerata", nato dalle trincee e dalla passione degli squadristi, il termine "cittadino fascista" è una creazione tipicamente razionalistica e intellettualistica fondata su presupposti astratti e razionalistici piuttosto che su una presa di coscienza collettiva del gruppo. Difatti, tale termine, quale passione riesce ad infondere negli elementi del gruppo? Pensate se Mussolini avesse usato il termine "cittadini fascisti" invece che "camerati", avrebbe avuto la stessa presa e avrebbe suscitato lo stesso entusiasmo? Assolutamente no. Compito di Primato Fascista sarà quello di trovare un nuovo termine perfettamente equidistante sia da "camerata" che da "cittadino fascista", il primo perché svuotato di ogni significato e il secondo perché completamente astratto (come le idee coviste). Troveremo qualcosa che sappia accendere i cuori e sappia rappresentare il perfetto connubio di Pensiero e Azione.   

3. Pseudo-intransigentismo puramente formalistico dei covisti contro l'intransigentismo fascista

Da tutto ciò deriva un intransigentismo puramente formalistico dei covisti, fissati sulle forme oltre che sull'Ideale. Mentre l'intransigentismo fascista adattava ogni forma al contesto storico in cui operava, mantenendo estrema duttilità circa i mezzi da adoperare per raggiungere il suo fine (immutabile), i covisti non vogliono sentirne parlare di duttilità sui mezzi per raggiungere il tanto auspicato Stato Etico Corporativo. Più che emuli di Giani, vogliono creare un esercito di lobotomizzati simili ad Agilulfo, il "cavaliere inestistente" del famoso romanzo di Calvino. Punti di vista personali e critiche non sono ammesse, bisogna solo accettare le loro discutibili opinioni che vengono spacciate per "dottrina fascista". Attenzione, quindi, a non confondere l'intransigenza fascista con l'intransigenza covista. 

4. Totalitarismo stalinista e nazistoide dei covisti contro il Totalitarismo fascista

Da queste inderogabili premesse ne risulta una concezione finale dei covisti molto affine a quella dei totalitarismi stalinista e nazistoide, tendenti cioè a lobotomizzare gli individui e porli al servizio di un capo (in questo caso di due). Se il totalitarismo fascista si configurava come molteplicità di intenti e apertura al dibattito critico che però non metteva mai in discussione i capisaldi della Dottrina, il totalitarismo covista nega l'esistenza di ogni molteplicità, di ogni pluralismo, di ogni dibattito critico e di ogni punto di vista differente dalle loro discutibili opinioni. Inoltre sviluppano una concezione teleologica e finalistica in perfetta antitesi con la Dottrina Fascista (Cfr. Dottrina del Fascismo- Idee Fondamentali, art VI).

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Questi 4 punti sono le critiche più rilevanti che il Fascismo fa ai covisti, che osano indebitamente spacciarsi per tali. Un'ultima parola merita di essere spesa nei confronti delle ultime idiozie scritte da Marcolino. 

a chi ciarla di ricercare un dialogo, persino con gli antifascisti, noi abbiamo fatto notare quanto ciò non sia stato possibile a causa dell’impossibilità ad accettare critiche serie nel merito proprio da parte del presunto interlocutore, che non avendo MAI RISPOSTO NEL MERITO alle obiezioni mosse da RomaInvicta né a quelle di LictorAdriano, ha pensato bene di opporre veti, di atteggiarsi a vittima e di prodigarsi in veri e propri insulti (come le insolenti parole rivolte a Safra);

Un dialogo con antifascista come te è impossibile, il fatto stesso che affermi che io non abbia mai risposto nel merito alle obiezioni di RomaInvicta e Adriano la dice lunga su quanto tu sappia leggere e scrivere la lingua italiana, caro Marcolino. Ogni commento ha avuto la mia celere risposta ed ogni obiezione è stata confutata e rintuzzata da me. Quindi cosa ciarli nel dire che ho posto veti e ho insultato? L'insulto sarebbe l'aver dato della cuoca a Safra? PATETICO!

a chi scrive di "coraggio" noi rammentiamo di essere scappato a gambe levate da qui quando è stato messo di fronte alla necessità di far valere pubblicamente in un dibattito con tutti noi cittadini fascisti quelle che, evidentemente con poca convinzione, proclamava a gran voce “verità evidenti” in merito alla nostra presunta volontà di travisare la Dottrina fascista;


Nessuno è mai "scappato a gambe levate", semplicemente trovavo inutile discutere con esseri senza cervello. Chi ha la mentalità chiusa e non è disposto ad accettare il confronto ed il dialogo non merita l'onore di una mia replica. 

a chi si riempie la bocca del termine "Fascismo" rammentiamo di essere stato il solo ad aver rifuggito qualsiasi impegno e rispetto per la gerarchia del gruppo e di averne messo sempre in secondo piano l'interesse generale, pur dopo aver aderito liberamente ai Cittadini Fascisti sottoscrivendone gli impegni e le responsabilità.

Non mi riconosco in nessuna gerarchia fintofascista. Da quando avete travisato rispetto ai punti programmatici della Dottrina da me evidenziati in questo articolo avete perso la mia fiducia e la sottoscrizione precedentemente assunta nei vostri riguardi. 

Ciononostante l’aquilotto ormai è convinto di poter spiccare autonomamente il volo, buon per lui, che vada ad aggiungersi a tutti i fintofascisti che vogliono costruirsi un proprio fascismo su misura, essendo quello vero evidentemente troppo scomodo per i propri gusti.

Mi spiace Marcolino, ma sei tu che ti sei costruito il tuo fintofascismo ed il tuo orticello su misura. Continua pure a scrivere a spacciare per vere le tue fandonie, tanto ormai la verità è venuta a galla. In 6 anni di attività non siete riusciti a creare un gruppo dirigente di persone che potesse affiancarvi alla vostra opera, anzi siete riusciti ad allontanare chi come me e Dvx87 si sono impegnati tanto alla crescita del Covo. Meglio così, quando vi estinguerete biologicamente del Covo non rimarrà nemmeno il ricordo. 

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E con ciò stendiamo un velo pietoso sulla vicenda. Di critiche al Covo ve ne sono ancora molte da pubblicare, eventualmente vedremo di pubblicare una parte 2 dello stesso articolo dove integreremo altri elementi momentaneamente trascurati. Al momento concludiamo dicendo che il futuro è nostro, è di Primato Fascista, l'unico vero organo Rivoluzionario degli autentici Fascisti. 





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