PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

giovedì 10 novembre 2011

Festival dell' ipocrisia, tra caste e crisi e schiavi.

Quando un' affermazione, una presa di posizione e un attacco sono condivisi da tutti, dal proletario al banchiere, dal lavoratore al ladro, dalla vittima all' assassino, è evidente che qualcosa non quadra.
Quest anno, in cui ricorre la 66° rassegna continua dell' ipocrisia, è senza dubbio tra i più densi di esempi a riguardo.


"POLITICI LADRI A CASA"! - Il capro espiatorio del gregge affamato.
Il vero volto dell' antifascismo di stato: i privilegi.
Questione etica e morale, non economica.
La casta, questa presunta entità suprema ad ogni legge umana identificata nei circa mille tra deputati e senatori, è la più colpita da questa tendenza, da questa olimpiade del politicamente corretto.
Con questo termine si vuole far riferimento al sistema di ordinamento sociale in voga in India fino alla sua indipendenza e rappresenta l' entità delle varie suddivisioni (dagli intoccabili ai sacerdoti o dirigenti) con i relativi diritti e doveri. Sistema di caste impenetrabili in cui si passa al livello superiore solo tramite reincarnazione se sussistono alcuni presupposti e meriti spirituali.
Nella politica italiana non è così, per entrare a far parte della "casta" è sufficiente avere buone conoscenze, totale assenza di ideali ed etica, attitudine a svendersi e a tradire per un piatto di lenticchie.

Da appelli alle radio, articoli di giornali e riviste, tribune televisive e lunghi monologhi in prima serata su reti nazionali e non, a gran voce tutti chiedono l' abolizione dei privilegi della "casta" e decantano la loro voglia di una vera democrazia, dichiarando quanto sia fuori luogo ragionare sull' asse destra-sinistra.
Senza mai toccare, vuoi per voluta ignoranza, malafede, deficienza di argomentazioni, il fulcro del problema che ci attanaglia dal '45, anno in cui iniziò questa farsa politichese pregna di populismi elettorali ed interessi particolari.





Dalle rivoluzioni per il pane, alle rivoluzioni per la giustizia, alla rivoluzione per l' I-Pad II.


Roma, traffico paralizzato per l'apertura di un punto vendita
di una catena di materiale elettronico. In tempo di crisi.
Questi politici guadagnano tanto, troppo. Ancor più è quello che spendono, cifre letteralmente esorbitanti che potrebbero essere utilizzate in ben altri modi.
Ma che non si creda che ridotti e/o annullati questi benefici, le cose cambino.
Ipotizzando una spesa mensile di centomila euro (stima volutamente estremizzata) per mantenere ogni deputato e senatore, la "casta" pesa ad ogni cittadino per circa duecento euro l'anno.
Duecento euro l'anno, in una nazione in cui mediamente solo un quarto del reddito pro-capite è speso per beni di prima necessità e il restante viene sperperato in ogni sorta di lusso (dai vestiti firmati all'auto nuova, dal cellulare alle tavole della Apple, dai vizi esecrabili impartiti ai propri figli alle immancabili vacanze con tanto di finanziamento), non sono di certo né la causa né la soluzione alla crisi.
Se una rivoluzione, deve nascere sulla base di queste invidie e di questi ignobili bisogni, auguriamoci una vera crisi e una recessione della nazione al livello della Nigeria, del Ciad o dell' Angola, cosicché il popolino affannato nella sua sfrenata corsa verso la miserabile apparenza provi veramente la fame e impari a lamentarsi per qualcosa. Facciamoci tutti un esame di coscienza.


Focalizzare.
Perché, nonostante Brignano a "le iene" su Italia 1 monologa sotto una pioggia di applausi scontati, nonostante il programma radiofonico "zoo di 105" inneggia quasi all' insurrezione popolare con un non irrilevante pressapochismo, nonostante improvvisati scrittori e giornalisti scrivano decine di libri sulla "casta",
"Flash mob" organizzato dal programma radiofonico
"zoo di 105". Una delle tante inutili carnevalate
 di protesta, con l'immancabile maschera
del protagonista del film "V per Vendetta".
Capolavoro della solita becera propaganda.
nonostante Beppe Grillo urli la sua stanca indignazione ad ogni occasione buona, non cambia nulla?
Perché questa società continua ad affondare nel proprio fango?
Perché evidentemente, ancora una volta, così fa comodo.
Parlare della "casta" è diventato ormai un affare: aumento delle vendite, aumento degli ascolti, aumento della popolarità. Tutti cavalcano l'onda della tendenza popolare, primi di tutti i nostri carnefici.
Se persino le pubblicità di automobili trattano l'argomento "auto blu" con tanta retorica, ci si dovrebbe perlomeno fermare a riflettere. Idem se persino Mario Draghi appoggia gli "indignati" e le loro proteste, proprio colui che è uno dei più grandi fautori della disgregazione del patrimonio italiano, insieme al suo ex collega di Goldman Sach's Mario Monti, non a caso prescelto per guidare il più impopolare governo tecnico mai costituitesi nella storia della "repubblica" appena annunciate le dimissioni del presidente uscente Berlusconi.
Il punto della questione qual è? Capire che non sono i sintomi a dover essere soppressi, bensì è la malattia che va combattuta e questa si chiama demoplutocrazia: la parvenza democratica di un oligarchia di potentati economici che hanno il solo interesse di appropriarsi di ogni bene materiale distruggendo l'integrità morale del popolo. Da destra a sinistra, tutti coesi verso questo obbiettivo, NESSUNO ESCLUSO.

L' origine della crisi.
Nel sistema capitalistico la crisi è un fatto ciclico che si perpetua e si realizza ogni qualvolta il sistema economico fatichi a trovare terre vergini da sfruttare. Il dogma dell'infinita crescita della produzione a scapito di qualsiasi etica e di qualsiasi logica e l' utopia dei consumi illimitati, oltre a provocare fortissimi squilibri sociali, porta all' autodistruzione della Civiltà. Il capitalismo liberale, massima espressione del liberalismo e allo stesso modo il capitalismo di stato, conseguenza della realizzazione del comunismo, come un parassita macina risorse spostandosi di volta in volta su un cadavere diverso.
Dall'esplosione dell'enorme bolla dei mutui sub-prime negli USA, (in cui, al fine di allargare l'indebitamento delle popolazioni verso le banche, sono stati concessi mutui sotto costo a persone con alte probabilità di insolvenza) si è giunti alla situazione attuale, in cui ci avviamo progressivamente, sia come individui che come società, alla totale sottomissione ad un debito a noi imposto.


Il popolo, visibilmente stremato dalla condizione politica italiana spinge sempre più verso l'abolizione dei privilegi, il rifiuto della logica destra/sinistra, la realizzazione di una nuova democrazia che sia realmente rappresentativa della volontà popolare ed indipendente dagli schieramenti.
Tutti concetti propri e originali del Fascismo che per primo risolse il contrasto tra capitale e lavoro, garantendo la giustizia sociale e il benessere materiale e morale del popolo. Ma ad oggi, il popolo, che pure tenta invano di perseguire disordinatamente diversi fini del Fascismo, è troppo impegnato a crogiolarsi nei propri pregiudizi e dare retta al "santone", al "profeta" del nulla politico di turno.
Non sarà mai troppo tardi per svegliarsi e noi Fascisti continuiamo per la nostra strada, fiduciosi nel futuro e schiettamente certi delle nostre ragioni.

1 commento:

  1. Credo che questo sia uno dei migliori articoli che abbia mai letto sull'immane ipocrisia su cui si basa la nostra "democrazia liberale."

    Come disse Platone
    "Gli uomini condannano l'ingiustizia perché temono di poterne essere vittime, non perché aborrano di commetterla...."

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«Noi siamo i portatori di un nuovo tipo di civiltà» – Benito Mussolini

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