PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

giovedì 3 novembre 2011

La nostra intransigenza!

"Trasmetterete ai figli e ai nipoti la verità della nostra idea, quella verità che è stata falsata, sviata, camuffata da troppi cattivi, da troppi malvagi, da troppi venduti e anche da qualche piccola aliquota di illusi". Benito Mussolini¹

Perché l’intransigenza ideologica?

Chi ci conosce e segue da tempo ormai ha cominciato a familiarizzare col nostro linguaggio aspro ma sincero e con la nostra linea di condotta politica cristallina che ci distinguono, unici e perciò stesso rivoluzionari rispetto al becero conformismo di marca destrorsa e missina che serpeggia negli ambienti della cosiddetta area radical-destrorsa fintofascista. La parola d'ordine di noi fascisti, di noi pochi autentici e sinceri e perciò tanto più degni di questo nome, oggi si può e si deve riassumere in due semplici parole: intransigenza dottrinaria! E’ una scelta politica e ideologica che ha causato le ire e gli attacchi da parte di parecchi “detrattori”. Ci ha portato numerosi nemici ma anche una sensibile crescita di consenso da parte di chi, disgustato dall’inconsistenza politica morale e materiale dell'area fintofascista, non riconoscendosi più in essa, ha aderito alla nostra scelta come unica e sola alternativa credibile al nulla che ci circonda. L’intransigenza dottrinaria rappresenta il nostro vessillo, la necessaria linea di pensiero e d’azione per depurare il Fascismo dalle contaminazioni dei troppi impostori svendutisi al sistema che pensavano di cambiare le carte in tavola e di infangare la nostra Dottrina con la prassi politica dei gruppi d’estrema destra e dei giochetti elettoralistici della partitocrazia antifascista a noi estranei.



I danni del cosiddetto “cameratismo”

Sostanzialmente abbiamo preso coscienza che l’area fintofascista ha prodotto dei danni immensi, facendo il gioco dell’antifascismo. Fino a ieri grazie ad essa bastava che qualche babbeo facesse il saluto romano, che andasse ogni 28 aprile a Predappio per i soliti rituali nostalgici, magari vestito in camicia nera e qualche altro gingillo come le "mutande del Duce", per essere subito additato come “camerata”. Il “cameratismo” ha finito con l'inglobare in un unica categoria letteralmente "cani e porci", finendo col precludere le necessarie e sane “differenziazioni”, abolendo anzi l’intransigenza ideologica definita con l’insulso appellativo sarcastico di “fascistometro”. E fu così che camerata era Almirante, malgrado facesse il gioco di Washington con la sua politica filo-atlantista e filo-destrorsa (quindi antifascista); camerata era Fini, segugio di Almirante; camerata era Berlusconi quando la Fiamma Tricolore si presentò alle elezioni con lui; camerata era la Santanchè prima di allearsi con il pappone di Arcore; camerati erano Storace, Alessandra Mussolini, Fiore, Romagnoli e Iannone (quest’ultimi prima del loro litigio), Bossi e la lega nord…. Camerata era Evola che lottava contro il mondo moderno (non importavano le sue numerose e aspre critiche al fascismo), camerati erano Hitler, i nazisti, le SS, Codreanu, Degrelle… camerati erano gli ultras che andavano negli stadi a sfoggiare la loro idiozia; camerati erano i delinquenti che mettevano la colla nei garage degli ebrei o che imbrattavano lapidi nei cimiteri, dimostrando il loro magnifico “cameratismo” nelle piazze insultando i negri e cercando lo scontro coi rossi. Camerati erano tutti coloro che urlavano “viva il duce” col saluto romano, o che gridavano in faccia a sua "emittenza" il puttaniere duce,duce!... Non importa, infatti, che tutti questi "camerati" non abbiano mai letto e/o compreso la Dottrina del Fascismo e non sappiano quindi nemmeno cosa sia il Fascismo… l’importante è che sappiano recitare a pappagallo la parte degli utili idioti loro affidata dalla repubblica antifascista, esibire maldestramente motti e canzoni del “ventennio” scimmiottandone e ridicolizzandone l'estetica, dopotutto nell'era dell'immagine ciò che conta è apparire. L’importante per un “camerata” è l’azione! Il resto non conta nulla, quindi se non ci si fa le ossa nel “sociale” con l’immancabile ONLUS appoggiata da politicanti plutocrati e palazzinari, se non si fa volantinaggio e non si milita nei partiti areani, non importa se inseriti nel corrotto sistema partitocratico della repubblica delle banane, non sei un vero “camerata”, ma uno che anzi sa solo criticare la sacra militanza, un “fascista da tastiera” che non può apprezzare simili invidiabili "traguardi rivoluzionari che minano il sitema alle fondamenta". Contro questo lerciume immondo che rappresenta solo una contraffazione ridicola dell’ideale fascista, inevitabilmente risaltano luminose e magnifiche le parole di Niccolò Giani, fondatore della Scuola di Mistica Fascista:

“Forse che ignorando o non conoscendo a fondo il pensiero del Duce si può affermare di essere fascisti? Noi diciamo di no. Che il fascismo non è istinto ma educazione e perciò è conoscenza della sua mistica, che è conoscenza di Mussolini” ²


 Di qui la necessità, per noi assoluta e inderogabile, di depurare il Fascismo da tutte le incrostazioni e le impurità generate da oltre sessant’anni di “neofascismo”, da sempre incapace di trovare un terreno unitario all’insegna della Dottrina Fascista, proprio perché di tale dottrina non ha mai voluto sentir parlare. Il Movimento Sociale Italiano è stato il primo movimento ad aver attuato questa “defascistizzazione” dei suoi militanti, a cui hanno fatto seguito i vari Forza Nuova, Fiamma Tricolore, Casapound, Fascismo e Libertà etc. e tutti i mille rigagnoli che indistintamente sfociano nella palude fetida e malsana dello pseudofascismo radical-destrorso. E' del tutto evidente che non c’è mai stato un vero passato Fascista in queste realtà, dunque non ci può essere alcun futuro per i Fascisti in questi movimenti e partiti impegnati nei loro giri di walzer a costituire riprovevoli alleanze nel segno della peggiore partitocrazia antifascista alla ricerca dei miseri avanzi elargiti da quest'ultima ai propri servi, proprio perché non c’è alcuna vera formazione ideologica dei militanti e soprattutto dell’èlite dirigente all’insegna dell’ideale fascista. Quale futuro si prospetta allora per il Fascismo? C’è una possibilità di uscire da questa situazione di stallo politico in cui esso è stato volutamente precipitato per settant’anni?

Necessità e motivi ideali della nostra intransigenza

Dal nostro punto di vista è possibile una sola strada: fare tabula rasa di tutto il castello di carte messo su dal “neofascismo” e dare vita ad una reale azione di tipo formativo ideale e morale da cui solamente può nascere una autentica militanza materiale realmente Fascista, degna dell’eredità spirituale lasciata dai mistici di Giani. Questa intransigenza che trova la sua ragione d'essere nella Dottrina non è nuova al Fascismo, come dimostra questo scritto del Partito Nazionale Fascista (1942) che riproduciamo per l’incredibile attualità che evidenzia, quasi un monito per il futuro:

La difesa dell'idea rivoluzionaria è stata attuata dal Partito sopratutto affermando, così sul piano della vita ideale come sul piano della vita attiva, la più assoluta e ferrea intransigenza nella valutazione delle idee e nella valutazione degli uomini. Affermazione di intransigenza, nel durissimo tempo della vigilia, ha significato per il Partito il netto e preciso rifiuto di qualsiasi alleanza con i partiti politici anche più forti ed espressione di intransigenza del Partito è stata in vari momenti, ma soprattutto negli anni cruciali del 1924 e del 1925, la volontà fermissima di non venire meno, sia pure nel passeggero infuriare delle forze contrarie, a nessuno dei postulati del movimento. Il sentimento dell'intransigenza ha portato ad una vigile e sostanziale difesa dell'idea rivoluzionaria, preservandola da ogni contaminazione e consentendole di svolgersi secondo la sua tendenza originaria, in modo da poter raggiungere attraverso un coerente progresso anche le mete più lontane. Un aspetto costante di questa intransigenza è costituito dalla volontà, periodicamente manifestata dal Partito, di selezionare i suoi uomini, di ridurre i suoi ranghi senza alcuna preoccupazione per la massa (…)Il bisogno di selezionare rigorosamente gli uomini è stata dunque una preoccupazione sempre viva del Partito in tutti i momenti del suo sviluppo: selezionare gli uomini per difendere l'idea rivoluzionaria, per creare intorno ad essa le condizioni più propizie ad una piena affermazione morale; selezionare gli uomini per rendere il Partito sempre pronto ad interpretare e ad esaltare lo spirito sano e autentico della Nazione (…).Il Partito ha mantenuto rigorosamente fede alla necessità dell'intransigenza e della selezione che ad essa logicamente consegue, stabilendo di « allontanare tutti coloro che — per un motivo qualunque — non meritano più l'onore di militare sotto i gagliardetti del Littorio, consacrati dal sacrificio e dal sangue di migliaia di camerati ». Nonostante tutti i tentativi fatti a varie riprese dagli arrivisti e dai profittatori, la volontà del Partito si è mantenuta diritta ed inflessibile come una lama: il Partito intende conservare la purezza dei suoi ranghi in maniera assoluta. ³

Il Fascismo, se vuole essere tale, deve necessariamente tornare alla sua sola, unica e vera fonte dalla quale trarre il suo scopo di esistere: LA DOTTRINA FASCISTA. Solamente essa è in grado di dare vita ad una èlite di uomini coscienti della propria missione e superbamente fedeli alle consegne dell' ideale. Solo in virtù di essa rinascerà l'antipartito degli Uomini Nuovi di domani, custode geloso e intransigente dell’ideale mussoliniano. Bisogna ristabilire una volta per tutte che “fascismo” non è parola vuota dal multiforme significato. Il Fascismo ha una sua specifica Identità politica enunciata in una serie di chiari principi e postulati immutabili. Il Fascismo vuole costruire una Civiltà Universale. Non ci può essere spazio alcuno nel Fascismo per coloro che non riconoscono tali verità. L’intransigenza assoluta e la tenace volontà daranno i loro frutti. Credere nel Fascismo, Obbedire ai suoi principi e Combattere per essi, costituiscono ancora i soli ed inossidabili cardini del trinomio che ieri come domani conducono alla vittoria.

NOTE:

(1)"Colloquio col giornalista Cabella", in Opera Omnia vol.XXXII, pp. 190 -201
(2) Generazioni di Mussolini sul piano dell’impero, estratto dalla rivista Tempo di Mussolini, n. 2, 1937.
(3) “Venti Anni” a cura dell’ufficio stampa del P.N.F. ,Roma ,1942 ,pp. 127 – 162

1 commento:

  1. assolutamente giusto,condivido in pieno è la strada giusta.Non farei di ogni erba un fascio,per quanto riguarda il movimento sociale di Giorgio Almirante.Purtroppo per motivi anagrafici ho vissuto quei tempi,erano tempi duri per i ragazzi di destra come ero io che a 18 anni comprava il secolo d'italia solo per tenerlo sul cruscotto della prima auto(fiat 124)come "distintivo"periodi in cui non importava dichiararsi di destra per esserlo,ma bastava non essere di sinistra per essere additato FASCISTA;ma anche solo dire che la politica non ti interessava,bastava.Nel M.S.I. di allora erano confluiti i sopravvissuti della R.S.I.Compreso Giorgio Almirante,per usare un termine militare si erano ammassati nel M.S.I.unico psto possibile nel panorama politico di allora.Reduci,gente che raccontava episodi di guerra,persone che avevano fatto una scelta allora difficile,di continuare ad essere fascisti quando tutto ti diceva di non esserlo più,non solo con l'adesione allaR.S.I. ma soprattutto dopo,motivati nel farlo solo dal rispetto per il prezzo pagato con il sangue dai camerati morti per il proprio ideale. Quindi condivido a pieno tutto,ma penso che un minimo di distinzione sia doverosa almeno a mio parere.

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«Noi siamo i portatori di un nuovo tipo di civiltà» – Benito Mussolini

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