PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

sabato 2 luglio 2011

La Repubblica delle banane governata da Codardi

Le notizie dell'ANSA riportano quanto segue:

ROMA -All'indomani del via libera del Consiglio dei Ministri al decreto rifiuti - passato con il 'no' della Lega - il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo emana ma ne sottolinea i limiti ("non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo") e chiede, nel contempo, un nuovo e più efficace intervento del Governo. Il Capo dello Stato auspica anche "l'effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale attraverso una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni insieme con le autorità locali della Campania". Dal canto suo, il governatore campano Caldoro, ha subito avviato i primi contatti per il trasferimento dell'immondizia fuori regione. Richieste sono state inoltrate in Puglia, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Toscana e Friuli Venezia Giulia mentre si continua a lavorare per allargare il fronte. Aperture giungono dalla Liguria ma, fanno sapere dal capoluogo ligure, "sarà la giunta a decidere se accettare l'immondizia".

In questa vicenda si riassume l'intera crisi di una classe politica imbelle, incapace di saper risolvere i problemi e i bisogni del suo popolo, trincerata nelle prebende e nei privilegi garantiti loro da uno Stato-fantasma abulico, asettico e astratto. La crisi dei rifiuti in Campania si protrae da quasi vent'anni, da quando nel 1994 il governo ne dichiarò lo stato di emergenza nominando un apposito commissario straordinario. Non è concepibile, in nessuno Stato Civile del mondo, che in venti anni non si riesca a sanare una crisi e ad assicurare al popolo napoletano i più elementari diritti di igiene, ordine e pulizia, popolo a cui va il nostro più alto elogio per i limiti di sopportazione e la pazienza dimostrata. Eppure i napoletani dovrebbero, da queste vicende, trarre le necessarie conclusioni e prendere coscienza del fatto che codesto "problema particolare" è solo il sintomo (uno dei tanti!) di un più vasto "problema generale", ossia è la diretta conseguenza dell'inesistenza di uno Stato degno di questo nome, al cui posto permane una tragica operetta di codardi priva della necessaria spina dorsale, i quali non rappresentano la volontà popolare ma soltanto i loro particolari interessi.

Leggiamo per un attimo le cause immediate di questa situazione:

Le cause alla base dell'emergenza rifiuti in Campania sono complesse: vi è una commistione di errori tecnico-amministrativi e di interessi politici, industriali e malavitosi. Di fatto, esse possono essere in parte individuate nei ritardi di pianificazione e di preparazione di discariche idonee, avvenute solamente dal 2003; nell'inadeguato trattamento dei rifiuti urbani nei sette impianti di produzione di combustibile derivato dai rifiuti (cdr), originariamente costruiti e gestiti da società del Gruppo Impregilo; nei ritardi nella pianificazione e nella costruzione di inceneritori, dovuti anche a prescrizioni della magistratura sui progetti in essere e finalizzate ad una maggiore tutela dell'ambiente e a contrastare la camorra; nei ritardi nella pianificazione e nella costruzione di impianti di compostaggio della frazione organica dei rifiuti proveniente da raccolta differenziata, ed infine nei bassi livelli medi della stessa, che nel 2007 nella Provincia di Napoli si fermava ad un misero 8%. Al di là delle cause tecniche ed amministrative, va però anche sottolineato come lo stato di emergenza rappresenti di per sé una situazione economicamente vantaggiosa non solo per la criminalità organizzata campana - che con la gestione illecita dei rifiuti raccoglie profitti anche maggiori che con il traffico di droga o le estorsioni - ma anche per larghi settori dell'imprenditoria legale (dietro la quale si cela spesso comunque la camorra), che da un lato approfitta del sistema di smaltimento illegale per abbattere i costi, e dall'altro entra direttamente nella gestione della crisi. Ciò determina quindi il perpetuarsi di una situazione in cui, di fronte a forti interessi economici, più o meno criminali, stanno istituzioni politiche dimostratesi finora incapaci di contrastarli, quando non li abbiano addirittura favoriti.
È stata infine criticata la natura stessa del Commissariato il quale, essendo col tempo diventato di fatto un ente "ordinario", con una certa autonomia di spesa e soprattutto con un certo numero di dipendenti, si è trovato in una situazione di oggettivo conflitto di interessi rispetto al fine stesso per il quale era stato costituito. Infatti, una soluzione definitiva della crisi avrebbe portato anche alla liquidazione del commissariato.


Ritardi, carenze, manchevolezze, commistioni con la camorra... ve n'è abbastanza per mandare dinanzi ad un tribunale tutta la classe politica campana coinvolta, i responsabili della società Impregilo, l'amministrazione responsabile della situazione creata. Situazione che, di fatto, ha avvantaggiato la criminalità organizzata, come si legge sullo stenografico della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse del 14 maggio 1998:

« La criminalità organizzata di stampo camorristico continua ad intervenire in maniera diretta sui traffici illeciti di rifiuti, lucrando notevoli somme di denaro: si tratta di un'affermazione che ha avuto una corale evidenza nel corso delle audizioni e che quindi va assunta in questa relazione. Del resto, sono stati anche i collaboratori di giustizia a illustrare a questa Commissione lo schema di intervento della camorra, nonché una versione storicizzata dei fatti. La criminalità organizzata si pone come terminale del traffico, nel senso che assicura il territorio ove smaltire illecitamente i rifiuti: può fare ciò perché è la camorra stessa a controllare e gestire ogni metro quadro di ampie aree del territorio campano. In particolare la provincia di Caserta presenta zone controllate manu militari dalla criminalità organizzata, che addirittura organizza staffette per pattugliare le strade e attua attività di controllo sulle macchine non conosciute che transitano per quelle vie. »

Forse è proprio per salvaguardare questi illeciti interessi economici che lo Stato in venti anni non ha mosso un dito, limitandosi ad interventi blandi e futili, lasciando al suo destino il popolo napoletano. A questa inerzia, a questa criminalità, è ora di dire basta!
Vogliamo uno Stato, uno Stato Etico che si faccia interprete della Volontà Nazionale risolvendo in maniera immediata gli Oggettivi problemi Popolari. Uno Stato che sappia trattare il problema campano come un problema di ordine nazionale, non locale. Un problema, qualsiasi problema, che ha un impatto più o meno catastrofico sui cittadini dello Stato è un problema nazionale e come tale lo Stato ha il Dovere di risolverlo in tempi celeri, impiegando e mobilitando tutti gli uomini e tutte le energie. E se per risolvere tale problema fosse necessario abbattere la camorra e la criminalità, lo Stato ha il Dovere di inviare l'esercito in Campania e spazzare via ogni residua resistenza. Se gli imprenditori si dimostrano inadeguati e non all'altezza, lo Stato ha il Dovere di assumere la gestione diretta di tali imprese e portare a termine in tempi brevi i lavori iniziati. Se il problema risiede nella mancanza di discariche per lo smaltimento di rifiuti, lo Stato ha il Dovere di costruire degli impianti preposti a tale scopo (non in prossimità del Parco Nazionale del Vesuvio come Terzigno) e renderli operativi nel giro di pochissimi mesi. Uno Stato che in vent'anni non ha saputo risolvere questa crisi, cedendo agli interessi particolaristici di gruppi organizzati, è uno stato fallimentare che deve essere sostituito. La Repubblica delle banane è governata da incapaci e codardi che hanno già distrutto il nostro passato, impediamo che distruggano anche il nostro futuro.

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