PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

giovedì 13 ottobre 2011

Indignati... dal 1945

La scintilla è scoccata nella metà del maggio scorso, quando è nato il movimento apartitico degli "indignados" spagnoli per protestare contro la crisi causata da una politica incapace ed asservita e da una finanza mondiale speculatrice ed onnipotente.
Fin dai primi istanti ogni partito, ogni politicante, ogni fazione ha fatto il possibile per sfruttare l' insurrezione pacifica a proprio favore, dall' estrema destra all' estrema sinistra ogni servo ha richiamato a gran voce la titolarità delle proteste.
In seguito il peggiorare della situazione, la crisi greca e l'incertezza politico-finanziaria italiana, lo spauracchio del default e del crollo dell' euro, hanno portato queste manifestazioni in tutte le capitali dell' occidente, fino a Wall Street, simbolo del potere bancario.
Culminando in questi giorni, precisamente Sabato 15 Ottobre quando decine di migliaia di indignati manifesteranno, a detta dei media, in più di 400 piazze.

Più volte i media riportano come questi eventi siano direttamente collegati alla cosiddetta "primavera araba", che oltre a non aver rivoluzionato nulla ha prodotto una sanguinosa guerra civile in Libia tutt'ora in corso.
Il movimento degli indignati non nasce per combattere uno stato repressivo e per reclamare diritti civili, bensì per reclamare quei diritti sociali sempre meno valorizzati come il diritto al lavoro e il diritto alla dignità.

Democrazia diretta, rifiuto della partitocrazia e della corruttela, potere a chi produce, dignità del lavoro, capitale strumento dell' Uomo e non viceversa.
Elementi rivoluzionari del quale il Fascismo è stato anticipatore assoluto e motivo per cui è stato ferocemente combattuto fin dagli anni '30 dalle plutocrazie occidentali.
Ma tutti fanno orecchie da mercante e il pregiudizio vince sulla ragione.




Il problema che attanaglia i popoli occidentali ha un nome, che non è Obama, non è Berlusconi, non è Zapatero.
Questi sono i sintomi della malattia ma il morbo si chiama liberalismo.
Il liberalismo prosegue il suo incessante perfezionamento e queste sono le conseguenze.
"« Questa crisi che ci attanaglia da quattro anni - adesso siamo entrati nel quinto da un mese - è una crisi "nel" sistema o "del" sistema? ». Domanda grave, domanda alla quale non si poteva rispondere immediatamente. Per rispondere è necessario riflettere, riflettere lungamente e documentarsi. Oggi rispondo: la crisi è penetrata così profondamente nel sistema che è diventata una crisi del sistema. Non è più un trauma, è una malattia costituzionale. Oggi possiamo affermare che il modo di produzione capitalistica è superato e con esso la teoria del liberalismo economico che l'ha illustrato ed apologizzato. [...] Ma prima di tutto, che cosa è il capitalismo? Non bisogna fare una confusione tra capitalismo e borghesia. La borghesia e un'altra cosa. La borghesia è come un modo di essere, che può essere grande e piccolo, eroico e filisteo. Il capitalismo viceversa è un modo di produzione specifico, è un modo di produzione industriale. Giunto alla sua più perfetta espressione, il capitalismo è un modo di produzione di massa per un consumo di massa, finanziato in massa attraverso l'emissione del capitale anonimo nazionale e internazionale.[...]Si può dire che non c'è settore della vita economica dei paesi di Europa e di America dove queste forze che caratterizzano il capitalismo non si siano formate. Ma quale è la conseguenza? La fine della libera concorrenza. Essendosi ristretti i margini, l'impresa capitalistica trova che piuttosto che lottare è meglio accordarsi, allearsi, fondersi per dividersi i mercati, e ripartirsi i profitti. La stessa legge della domanda e dell'offerta non è più un dogma perché attraverso i cartelli ed i trusts si può agire sulla domanda e sull'offerta; finalmente questa economia capitalistica coalizzata, « trustizzata », si rivolge allo Stato.
[...] L'ordine di grandezza dell'impresa passa dal milione al miliardo. Le cosiddette costruzioni verticali, a vederle da lontano, danno l'idea del mostruoso e del babelico. Le stesse dimensioni dell'impresa superano la possibilità dell'uomo. Prima era lo spirito che aveva dominato la materia, ora è la materia che piega e soggioga lo spirito. Quello che era fisiologia diventa patologia, tutto diventa abnorme. [...] 
Giunto a questa fase, il supercapitalismo trae la sua ispirazione e la sua giustificazione da questa utopia: l'utopia dei consumi illimitati. L'ideale del supercapitalismo sarebbe la standardizzazione del genere umano dalla culla alla bara. Il supercapitalismo vorrebbe che tutti gli uomini nascessero della stessa lunghezza, in modo che si potessero fare delle culle standardizzate; vorrebbe che i bambini desiderassero gli stessi giocattoli, che gli uomini andassero vestiti della stessa divisa, che leggessero tutti lo stesso libro, che fossero tutti degli stessi gusti al cinematografo, che tutti infine desiderassero una cosiddetta macchina utilitaria. "
Tratto da "Lo Stato Corporativo, discorso alla Camera di S.E. Benito Mussolini - 1933"

Stessi problemi, i tempi sono cambiati nella forma, nella tecnologia, ma non nella sostanza.
L' ostacolo principale è dunque l' antifascismo, nella forma mortificante e profittatrice delle destre e in quella denigratoria e pacifintista delle sinistre, fazioni unite dalla volontà di mantenere il potere di questo sistema vecchio e marcio nato più di due secoli fa.

Queste manifestazioni, queste proteste, esprimono la sfiducia nella politica e il disagio morale causato dal sistema ma senza alcuna proposta lineare e organica, con il grande rischio di deviare i propri fini e di essere contaminate e sfruttate dalla politica.

Noi Fascisti, indignati dal 1945, non solo proponiamo le soluzioni ma un nuovo sistema per una nuova Civiltà.

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«Noi siamo i portatori di un nuovo tipo di civiltà» – Benito Mussolini

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