PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

martedì 18 ottobre 2011

Scacchisti e pedine: il fallimento della manifestazione degli "indignati"

Quella che teoricamente avrebbe dovuto essere una manifestazione pacifica e civile che ha mobilitato centinaia di migliaia di persone, viene accantonata per cedere il passo ad una minoranza di violenti, convenzionalmente denominati dai mezzi di comunicazione della "repubblica bananara" "black block", forse cinquecento o forse mille, che facendosi scudo della folla devasta quanto riesce.
Lo spettro dei fatti del G8 di Genova viene così ancora una volta tenuto vivo nei ricordi del popolo italiano ed il clima appositamente fomentato lo ricalca in pieno in un atmosfera da moderni anni di piombo.


Le immagini che più colpiscono la sensibilità del popolo e che vengono proposte come icone simbolo della giornata in questione sono senz' altro quelle che ritraggono una statua della Vergine Maria distrutta e vilipesa ed una camionetta dei carabinieri data alle fiamme.
Immagini che destano automaticamente (e volutamente!) sdegno verso i manifestanti e di rimando automatica solidarietà verso le autorità dello "stato".


E' trascorso ormai più di un secolo, da quando le manifestazioni pericolose venivano represse fisicamente con l' ausilio dell' esercito. Emblematica è ad esempio l' azione del generale Bava Beccaris che arrivò al punto di sparare cannonate sulla folla causando decine di morti, un atto criminoso che gli valse la decorazione del re Umberto I che fu per questo assassinato dall' anarchico Gaetano Bresci. Nell' età moderna lo stato liberale, oseremmo dire suo malgrado, non può più ricorrere a simili azioni perciò ha attuato nuove tattiche, diverse e più "raffinate", perfezionate nel tempo e con l' esperienza.



Ecco un tipico esempio tratto da un intervista al senatore a vita ed ex presidente della repubblica Francesco Cossiga, riferita ad una protesta studentesca del 2008:


Manifestazione studentesca in Italia nel dicembre 2010:
un "rivoltoso" viene ritratto indisturbato nel mezzo di una
colluttazione, con tanto di manette d' ordinanza pronte all' uso
"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito. Gli universitari invece lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì."
Per stessa ammissione di uno dei massimi esponenti della repubblica antifascista quindi gli agenti provocatori non solo esistono, lungi dall'essere una pura invenzione immaginaria dei soliti complottisti, ma vengono regolarmente adoperati.


Quando dei movimenti o una specifica situazione storica diventano pericolosi per il sistema vigente, esso ha una sola possibilità di difendersi, ossia screditare il tutto agli occhi dell' opinione pubblica che altrimenti li sosterrebbe.
Immagine scattata durante il G20 di Toronto, in Canada: 
black blocke polizia indossano gli stessi stivali. 
Che siano agenti provocatori infiltrati?
 La foto lascia ben pochi dubbi.
In poche parole, ciò che viene sistematicamente attuato nei confronti del Fascismo da settant'anni a questa parte.
Da quegli atti di violenza non hanno tratto vantaggi né gli "indignati", né i movimenti anarchici. Ad aver rinforzato la propria immagine è solo la liberal-democrazia e il sistema bancario, della quale peraltro si è infatti subito smesso di parlare.
Se è vero che non si può affermare con certezza che oltre ad agenti provocatori ci fossero gruppi di anarchici finanziati dagli interessati, si può dire senza dubbio che i disordini erano preannunciati ma non è stato fatto nulla per evitarli, come anche riconfermato dal rivoltoso intervistato da Repubblica che dichiara che tutti sapevano che ci sarebbero stati e cosa avrebbero fatto:
"Il movimento ( indignati, ndr.) sa benissimo chi siamo. E sapeva quello che intendevamo fare. Come lo sapevano gli sbirri. Lo abbiamo annunciato pubblicamente"  La Repubblica
Tutto ciò a rischio degli agenti delle forze dell' ordine che per una misera paga mettono a repentaglio la propria vita difendendo uno stato marcio nelle fondamenta e dei manifestanti, composti oltre che da uomini, da donne, bambini ed anziani.


La camionetta dell' Arma dei Carabinieri avvolte dalle fiamme
Da parte anarco-insurrezionalista la vendetta per Carlo Giuliani e il rancore nei confronti del potere dello "stato", dall' altra l' occasione per inasprire la legislazione contro la libertà di manifestare.
"Per una volta sono d'accordo con Antonio Di Pietro che ha detto che servono nuove norme preventive", ha detto Maroni, "una legge Reale bis: esattamente quello che voglio dire annunciando in Senato la proposta per nuove misure legislative che possano consentire alle forze dell'ordine di prevenire più efficacemente le violenze come quelle avvenute sabato scorso a Roma". A sostegno delle parole di Maroni è intervenuto anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha aperto all'ipotesi che le nuove misure vengano introdotte per decreto. Fonte: TMNews 
Non può che esserci una dura condanna da parte nostra verso questi nuclei di vandali, che con la loro azione sconsiderata non hanno fatto che favoreggiare il sistema.


Ma cosa sarebbe potuto succedere se anziché in presenza di tanti cortei disuniti, senza una reale strategia politica coordinata e desiderosi solo di far cagnara, (dove i fatti dimostrano sempre che è facile infiltrare elementi provocatori che poi immancabilmente attaccano solo obiettivi che in nulla danneggiano il potere politico costituito ma solo e sempre l'interesse del cittadino medio) ci si fosse trovati di fronte ad un'unica "marea" che disciplinata e compatta si fosse diretta spedita ad assediare il "parlatoio" senza cagionare alcun danno ai cittadini romani ed alla città? 


Come già anticipato nel nostro precedente articolo, la manifestazione ha fallito miseramente qualsiasi possibile obbiettivo positivo e le cause di questo fallimento vanno rintracciate nell' organizzazione asservita alle logiche dei politicanti merdaliani, nella mancanza di una vera proposta politica alternativa al liberal-capitalismo e non di meno nella mancanza di una gerarchia di responsabilità, che nonostante il vigente pregiudizio "militarista" è l' unica forma capace di raggiungere gli obbiettivi proposti garantendo efficienza e sicurezza.
"La rivoluzione non è una boite à surprise che scatta a piacere. Io non la porto in tasca e non la portano nemmeno coloro che del suo nome si riempiono la bocca rumorosamente e all'atto pratico non vanno oltre al tafferuglio di piazza, dopo la dimostrazioncella inconcludente, magari col provvidenziale arresto che salva da guai peggiori. "
Benito Mussolini
I numeri della manifestazione avrebbero forse potuto potenzialmente innescare la scintilla per una rivolta di popolo, ma proprio per questo in modo accorto e sapiente gli scacchisti del potere bananaro hanno saputo nuovamente muovere le loro pedine nella direzione giusta e pilotare nel modo a loro più congeniale l'opinione pubblica.


La repubblica antifascista ha vinto un'altra battaglia, ma la guerra è lunga e finché c'é gente come noi che non è disposta a cedere all'inganno ed alla menzogna di "stato", è lecito sperare. La Storia insegna, dopo Caporetto c'è stata Vittorio Veneto.

2 commenti:

  1. Ottimo articolo, chiaro ed esaustivo. Concordo pienamente il suo contenuto. Questi teppisti da quattro soldi servono solo a rafforzare il sistema.

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«Noi siamo i portatori di un nuovo tipo di civiltà» – Benito Mussolini

Art. 21. Costituzione Italiana:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure (...).