PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

mercoledì 5 ottobre 2011

Come e perché il rifornimento costa sempre di più.




I carburanti petroliferi (benzina, gasolio, gpl) sono senza dubbio tra i prodotti più consumati e allo stesso tempo odiati perché senza apparenti alternative e più o meno costosi e inquinanti.




Benzina cara...

I giacimenti petroliferi più sfruttati sono in medio-oriente e ciò è la fonte dei vari dissesti politici e delle ingerenze occidentali in quei territori.
Altre consistenti riserve sono presenti negli USA, non sfruttate appieno nell' attesa che esaurisca il petrolio mediorientale, in Libia, ai poli (al momento in fase di studio), in Niger (paese martoriato e depredato dall' industria petrolifera), in minori quantità nel mediterraneo e in altre località del mondo.
Infatti, quando si parla di esaurimento delle riserve ci si riferisce principalmente ad Europa, nord Africa e Asia.

Una volta estratto, il petrolio (chiamato greggio perché non lavorato) viene raffinato ottenendo prodotti di densità e composizioni diverse, dagli agglomerati bituminosi (utilizzati per asfaltare le strade e per realizzare coperture di edifici), al gas GPL, passando per gli oli combustibili, le benzine e molti altri prodotti utilizzati anche in ambito farmaceutico.



L' oggetto di proteste e discussioni, è, oltre alle purtroppo poco sentite problematiche ambientali, il prezzo di questi prodotti che rappresenta una delle voci più pesanti nel bilancio familiare.

Il prezzo del barile di greggio è quotato in dollari in due diversi mercati, entrambi americani e ciò a tutto vantaggio delle oscillazioni della moneta locare (USD).
Infatti, quando il valore del dollaro aumenta rispetto a quello dell' euro, anche se il prezzo del greggio scende, ci vogliono più euro per comprare un dollaro e di conseguenza più euro per comprare un litro di greggio.
Per contro, quando il valore del dollaro diminuisce rispetto a quello dell' euro, se il prezzo del greggio sale l' euro ne beneficia molto poco.

Il prezzo solitamente proposto è quindi il risultato di una media dei prezzi alla quale il greggio è stato venduto in quel determinato giorno.
Un barile di greggio contiene 159 litri di prodotto, perciò nel suo massimo storico del 2008 il cui prezzo si aggirava intorno ai 150 dollari, sul prezzo finale della benzina, superiore ad 1,500€, incideva per non più di 0,770€.
Al momento, aggirandosi il prezzo del greggio a circa 90$ al barile, il prezzo al litro della materia prima non supera i 0,412€.
Ma un litro di benzina continuiamo a pagarlo oltre 1,600€.
Perché?



Caro benzina...

Mentre le oscillazioni del valore del greggio seguono le regole classiche del mercato finanziario, a consigliare il prezzo di vendita dei prodotti raffinati alle compagnie petrolifere (Esso, Shell, Ip, Total-Fina, Q8 ecc.) è l'agenzia specializzata Platt's, controllata dallo stesso gruppo proprietario dell' agenzia di rating finanziario Standard & Poor's, indicando quotidianamente il prezzo netto di benzina e gasolio alla quale va aggiunto il ricarico delle compagnie, dei gestori e soprattutto dello Stato.

Il prezzo di benzina e gasolio è così composto:
Benzina:
-Quotazione prodotto agenzia Platt's : 35% ± 1%
-Compagnie petrolifere: 8% ± 1%
- Gestore finale: 2,50% ± 0,1%
- Tasse (Accise + IVA): 53% ± 1%

Gasolio:
- Quotazione prodotto agenzia Platt's: 40% ± 1%
- Compagnie petrolifere: 9% ± 1%
- Gestore finale: 2,70% ± 0,1%
- Tasse (Accise + IVA): 47% ± 1%


Non si può fare a meno di notare quanto siano risicati i margini dei gestori e quanto invece sia sproporzionatamente alto quello dello stato.


Le tasse applicate ai carburanti sono composte da IVA e accise:

Le accise sono tasse definibili "ad obbiettivo", hanno cioè il fine di finanziare lo Stato in caso di emergenze per poi essere eliminate una volta esaurita la loro utilità.
Sul sito dell' Agenzia delle Dogane è disponibile il quadro riepilogativo delle aliquote vigenti ma non viene descritta la suddivisione di queste imposte, che, stando a vari elenchi circolanti in rete, comprende ancora le accise istituite dal Governo Mussolini per far fronte alla campagna di Etiopia del '35 (repubblica antifascista
quando fa comodo ndr.), la crisi di Suez del '56, il disastro del Vajont del '63 e altre guerra e calamità, fino all' ultima accisa aggiunta per finanziare il Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) nell' anno corrente.


L' IVA, l' imposta sul valore aggiunto, sappiamo tutti cos'è e recentemente a causa della manovra finanziaria "anti-crisi" è aumentata dal 20% al 21%.
In questo caso, non viene tassato il solo prodotto, ma l' IVA viene applicata su prodotto+accise, diventando una tassa su un' altra tassa.

Si può notare come il prezzo del gasolio secondo Platt's sia superiore a quello della benzina, mentre alle pompe la situazione si inverte.
Il motivo di questa inversione sta nel minor peso fiscale gravante sul gasolio, al fine di agevolare i trasporti su gomma, in Italia fondamentali per l' economia.
Infatti, l' aumento del prezzo del gasolio si ripercuote anche su chi non ha automobili diesel perché ogni prodotto trasportato su gomma aumenta i propri costi di trasporto anche in relazione al prezzo dei carburanti.


Metodi per risparmiare: cosa c'è di vero?


Tra le varie iniziative spicca per diffusione la fantomatica proposta di Beppe Grillo di boicottare Shell ed Esso, costringendoli così (non è ben chiaro sulla base di quale logica di mercato) ad abbattere i propri prezzi per tornare a vendere.
Qui trovate un esempio con la relativa smentita.
Un' azione simile, provocherebbe l' esatto contrario: tutte le altre compagnie, seguendo la legge della domanda che alza i prezzi, aumenterebbero i propri prezzi in proporzione all' aumento delle vendite, il tutto in seguito si ristabilirebbe ai livelli precedenti se non peggiori.
Senza considerare che come già dimostrato gran parte del prezzo è da attribuire al fisco.
Ma il gregge alias popolo italiano negli ultimi anni non brilla certo di arguzia e senso critico, perciò nonostante questo messaggio sia stato ormai da anni contrassegnato come bufala capita ancora di vedere feroci e convinti boicottatori ignari del fatto che la loro azione non servirà a nulla.
Esistono diverse versioni di questa catena di Sant' Antonio, cambiano a volte i soggetti ma il succo del discorso è sempre lo stesso.

Boicottaggio: come?

Una forma seria di boicottaggio deve essere trasversale, colpire tutte le compagnie e tradursi in un periodo di mancato consumo e non di mancato acquisto. Il mancato consumo non è recuperabile, mentre l' acquisto si può effettuare prima o dopo continuando il consumo.
E' comunque fuori dubbio che lo stato aumenterebbe altre tasse per sopperire alla mancata riscossione delle accise.

Come risparmiare davvero?


Innanzitutto, anche se può sembrare una ovvietà da attivisti dei Verdi, evitare di utilizzare l' automobile per comprare le sigarette al tabaccaio vicino casa, oltretutto per pagare altre tasse e altre accise sui tabacchi.
In secondo luogo, cosa molto importante e ignorata dai più, evitare le tessere punti, le carte fedeltà e tutte quelle promozioni che richiedano una "fidelizzazione" del cliente, che per avere il pupazzetto orrendo prodotto in cina sarà disposto a pagare diversi centesimi/litro in più.
E' importante inoltre diffidare dai cartelli che indicano sconti esorbitanti, ad esempio "-10 centesimi" perché non è mai riferito il prezzo di partenza alla quale applicare lo sconto, fungendo solo da specchietto per le allodole.
Scegliere perciò giorno per giorno il punto vendita con i prezzi migliori, evitando di fare molti rifornimenti di piccole cifre (conviene fare sempre il pieno quando il serbatoio è in riserva, allungare il tragitto per rifornirsi è un ulteriore spreco) e cercando sempre di capire cosa si cela dietro gli sconti proposti.

Tutto ciò che potrebbe essere chiarito è come al solito volutamente fumoso, per nascondere i diversi interessi capitalisti.
Stato e compagnie fanno cartello tra loro.
Il primo evitando di finanziare la ricerca di risorse alternative realmente efficaci, sostitutive e non soltanto complementari , ricerca già abbondantemente finanziata negli anni '30 e '40 per rendere l' Italia indipendente anche dal punto di vista energetico.
Le compagnie non facendosi realmente concorrenza tenendo i prezzi uguali tra loro, millesimo più, millesimo meno.
A farne le spese, inutile dirlo, è il popolo costretto a spendere cifre esorbitanti e a vivere in un ambiente sempre più malsano ed inquinato.

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