PRIMATO FASCISTA E' L'ORGANO UFFICIALE DEI FASCISTI RIVOLUZIONARI
“Fondiamo questo foglio con volontà di agire sulla storia italiana. Contro la filosofia regnante, che fermamente avverseremo, non ammettiamo che tutto sia “Storia”: storia non è quel che passa, è quel che dura […]. Ci basta che dieci abbiano inteso, e si siano dati la mano; che codesto fascicolo di trenta pagine sia stato prova di vita fra tanta inerzia d’uomini, affermazione chiara e dura fra tanta dubbiezza, falsità, fragilità di scrittori, e resti documento dell’epoca Fascista, principio anzi di quella rivoluzione intellettuale che noi compiremo.” Berto Ricci, da “l’Universale”, 3 gennaio 1931.

mercoledì 26 ottobre 2011

Benvenuto ai libici tra i sudditi NATO

Ribelli in festa durante la proclamazione della "liberazione"
La guerra civile libica dopo sette mesi e decine di migliaia di vittime è giunta al termine.
Sarebbe dovuta durare un paio di settimane, lo diceva anche la Merkel, ma si sa che quando i tedeschi parlano di guerra lampo non vanno presi troppo sul serio. Fortunatamente la Germania ha evitato di prendere parte a questo scempio.

La causa scatenante la rivolta è stata ufficialmente la repressione attuata dalle forze governative sul popolo che protestava per avere più libertà.
In seguito i generosi membri della NATO su consiglio del misericordioso ONU e spalleggiati dai proletari Emirati Arabi
 hanno deciso di istituire una NO-FLY-ZONE  sulla Libia al fine di impedire agli aerei del rais di sorvolare il territorio bombardando i civili.
Azione che, come dice la locuzione stessa "no fly zone" consiste nel vietare il sorvolo del territorio pena l' abbattimento. 
Da ciò, non è ben chiaro in base a quale principio, si è giunti a bombardare strutture strategiche militari e civili, e, come spesso capita in questi casi, colpire anche edifici abitati. Errori che capitano, niente più che marachelle taciute delle quali nessuno è responsabile. Insomma, veri e propri crimini di guerra come al solito impuniti perché ad averli commessi sono i giusti, i buoni, coloro che esportano il loro modello di democrazia basato sul capitalismo e che inviano commando di forze speciali dove ritengono più opportuno. Il capitalismo si sa, per rimanere in vita ha sempre bisogno di trovare terre vergini in cui impiantare le proprie marce radici.

martedì 18 ottobre 2011

Scacchisti e pedine: il fallimento della manifestazione degli "indignati"

Quella che teoricamente avrebbe dovuto essere una manifestazione pacifica e civile che ha mobilitato centinaia di migliaia di persone, viene accantonata per cedere il passo ad una minoranza di violenti, convenzionalmente denominati dai mezzi di comunicazione della "repubblica bananara" "black block", forse cinquecento o forse mille, che facendosi scudo della folla devasta quanto riesce.
Lo spettro dei fatti del G8 di Genova viene così ancora una volta tenuto vivo nei ricordi del popolo italiano ed il clima appositamente fomentato lo ricalca in pieno in un atmosfera da moderni anni di piombo.


Le immagini che più colpiscono la sensibilità del popolo e che vengono proposte come icone simbolo della giornata in questione sono senz' altro quelle che ritraggono una statua della Vergine Maria distrutta e vilipesa ed una camionetta dei carabinieri data alle fiamme.
Immagini che destano automaticamente (e volutamente!) sdegno verso i manifestanti e di rimando automatica solidarietà verso le autorità dello "stato".


E' trascorso ormai più di un secolo, da quando le manifestazioni pericolose venivano represse fisicamente con l' ausilio dell' esercito. Emblematica è ad esempio l' azione del generale Bava Beccaris che arrivò al punto di sparare cannonate sulla folla causando decine di morti, un atto criminoso che gli valse la decorazione del re Umberto I che fu per questo assassinato dall' anarchico Gaetano Bresci. Nell' età moderna lo stato liberale, oseremmo dire suo malgrado, non può più ricorrere a simili azioni perciò ha attuato nuove tattiche, diverse e più "raffinate", perfezionate nel tempo e con l' esperienza.

giovedì 13 ottobre 2011

Indignati... dal 1945

La scintilla è scoccata nella metà del maggio scorso, quando è nato il movimento apartitico degli "indignados" spagnoli per protestare contro la crisi causata da una politica incapace ed asservita e da una finanza mondiale speculatrice ed onnipotente.
Fin dai primi istanti ogni partito, ogni politicante, ogni fazione ha fatto il possibile per sfruttare l' insurrezione pacifica a proprio favore, dall' estrema destra all' estrema sinistra ogni servo ha richiamato a gran voce la titolarità delle proteste.
In seguito il peggiorare della situazione, la crisi greca e l'incertezza politico-finanziaria italiana, lo spauracchio del default e del crollo dell' euro, hanno portato queste manifestazioni in tutte le capitali dell' occidente, fino a Wall Street, simbolo del potere bancario.
Culminando in questi giorni, precisamente Sabato 15 Ottobre quando decine di migliaia di indignati manifesteranno, a detta dei media, in più di 400 piazze.

Più volte i media riportano come questi eventi siano direttamente collegati alla cosiddetta "primavera araba", che oltre a non aver rivoluzionato nulla ha prodotto una sanguinosa guerra civile in Libia tutt'ora in corso.
Il movimento degli indignati non nasce per combattere uno stato repressivo e per reclamare diritti civili, bensì per reclamare quei diritti sociali sempre meno valorizzati come il diritto al lavoro e il diritto alla dignità.

Democrazia diretta, rifiuto della partitocrazia e della corruttela, potere a chi produce, dignità del lavoro, capitale strumento dell' Uomo e non viceversa.
Elementi rivoluzionari del quale il Fascismo è stato anticipatore assoluto e motivo per cui è stato ferocemente combattuto fin dagli anni '30 dalle plutocrazie occidentali.
Ma tutti fanno orecchie da mercante e il pregiudizio vince sulla ragione.

mercoledì 5 ottobre 2011

Come e perché il rifornimento costa sempre di più.




I carburanti petroliferi (benzina, gasolio, gpl) sono senza dubbio tra i prodotti più consumati e allo stesso tempo odiati perché senza apparenti alternative e più o meno costosi e inquinanti.




Benzina cara...

I giacimenti petroliferi più sfruttati sono in medio-oriente e ciò è la fonte dei vari dissesti politici e delle ingerenze occidentali in quei territori.
Altre consistenti riserve sono presenti negli USA, non sfruttate appieno nell' attesa che esaurisca il petrolio mediorientale, in Libia, ai poli (al momento in fase di studio), in Niger (paese martoriato e depredato dall' industria petrolifera), in minori quantità nel mediterraneo e in altre località del mondo.
Infatti, quando si parla di esaurimento delle riserve ci si riferisce principalmente ad Europa, nord Africa e Asia.

Una volta estratto, il petrolio (chiamato greggio perché non lavorato) viene raffinato ottenendo prodotti di densità e composizioni diverse, dagli agglomerati bituminosi (utilizzati per asfaltare le strade e per realizzare coperture di edifici), al gas GPL, passando per gli oli combustibili, le benzine e molti altri prodotti utilizzati anche in ambito farmaceutico.



L' oggetto di proteste e discussioni, è, oltre alle purtroppo poco sentite problematiche ambientali, il prezzo di questi prodotti che rappresenta una delle voci più pesanti nel bilancio familiare.

Il prezzo del barile di greggio è quotato in dollari in due diversi mercati, entrambi americani e ciò a tutto vantaggio delle oscillazioni della moneta locare (USD).
Infatti, quando il valore del dollaro aumenta rispetto a quello dell' euro, anche se il prezzo del greggio scende, ci vogliono più euro per comprare un dollaro e di conseguenza più euro per comprare un litro di greggio.
Per contro, quando il valore del dollaro diminuisce rispetto a quello dell' euro, se il prezzo del greggio sale l' euro ne beneficia molto poco.

Il prezzo solitamente proposto è quindi il risultato di una media dei prezzi alla quale il greggio è stato venduto in quel determinato giorno.
Un barile di greggio contiene 159 litri di prodotto, perciò nel suo massimo storico del 2008 il cui prezzo si aggirava intorno ai 150 dollari, sul prezzo finale della benzina, superiore ad 1,500€, incideva per non più di 0,770€.
Al momento, aggirandosi il prezzo del greggio a circa 90$ al barile, il prezzo al litro della materia prima non supera i 0,412€.
Ma un litro di benzina continuiamo a pagarlo oltre 1,600€.
Perché?


sabato 1 ottobre 2011

Wikipedia, l' enciclopedia libera... di inventare. #1


Wikipedia è un progetto non a scopo di lucro che, tramite il contributo volontario di milioni di utenti, mira a raccogliere e distribuire gratuitamente tutto il sapere umano.
Chiunque può registrarsi e modificare ed aggiungere pagine, sottostando ad una gerarchia, cioè una moderazione come in ogni comunità virtuale.

Ciò che è il suo punto di forza, è anche la sua debolezza.
Se nelle materie scientifiche e letterarie, può contenere errori casuali che con il tempo e le continue revisioni scompaiono, lo stesso non si può dire per quel che riguarda la storia e la politica.





Molti sono coloro che in malafede utilizzano wikipedia per veicolare le proprie convinzioni a scapito della Verità.

L' antifascismo, di ogni colore e fattezza, da quello tipicamente resistenzialista a quello dell' estrema destra, mistificatore e ideologicamente revisionista, è stato fin da subito impegnato ad egemonizzare la piattaforma raggiungendo livelli di consistenza tali da non poter essere in alcun modo fermato dall' interno.

Si va dalle volute dimenticanze fino allo spaccio di dubbie e isolate testimonianze come verità assolute, impedendo a chiunque, dati e testi alla mano, di riportare i fatti per come realmente accaduti.
In questo senso wikipedia è strumento figlio e servo del sistema marcio e corrotto del liberalismo demoplutocratico, perché è diventato ormai la fonte primaria di informazione di ogni navigante.

I due antifascismi, sempre in lotta tra loro per imporre la propria versione, sono di comune accordo con una sola voce: La Dottrina del Fascismo.

«Noi siamo i portatori di un nuovo tipo di civiltà» – Benito Mussolini

Art. 21. Costituzione Italiana:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure (...).